AGI – Una “scelta non di essere o non essere ma di vita o di morte”. Emanuele Crialese racconta in conferenza stampa l’affermazione della sua identità di genere interpretata nel film ‘L’immensità’ dalla giovanissima Luana Giuliani- Adriana che il regista definisce “la mia reincarnazione”.
E’ stata proprio la ragazzina col suo candore a ‘rompere’ in modo esplicito i dubbi su quanto sia autobiografico uno dei cinque titoli italiani in gara a Venezia. “Emanuele è speciale e anche bravo – ha detto l’esordiente, seduta vicino a Crialese -. All’inizio ero un pò turbata dal fare questo personaggio ma poi lui mi ha spiegato le cose e mi è piaciuto un sacco interpretare Emanuele piccolino”.
All’inizio dell’incontro coi giornalisti, Crialese ha affrontato subito uno dei temi più dibattuti al Lido: “Il personaggio di Adriana è nessuno. Ho cercato di rappresentare in modo universale temi che mi stanno a cuore come quello della transizione che è un movimento che facciamo da uno stato all’altro ed è un movimento che riguarda tutti”.
Poi però è andato a fondo della sua vicenda personale, soffermandosi in particolare sul rapporto che aveva con la madre: “Lei è stata peggio di me, si nascondeva più di me. Era una donna degli anni ’70 e ’80 che era sola con questo problema che per lei era un problema, per me solo un modo di esistere. Io e lei eravamo molto complici ma lei soffriva del mio dolore e io del suo di cui ero responsabile. A volte è meglio stare insieme, altre volte no perchè si è responsabili del bene anche dell’altro”.
Nel film è Penelope Cruz la madre di Adriana, una madre che ama moltissimo i suoi figli ma in rotta col marito violento con lei e poco comprensivo coi bambini, in particolare con Adriana, la piccola che si sente prigioniera di un corpo non suo e vorrebbe chiamarsi Andrea. “Ho interpretato molte madri nella mia carriera. Ho sempre avuto un forte istinto materno e sono affascinata da quello che succede nelle famiglia – sono state le sue parole in conferenza stampa -. E’ un onore ogni volta interpretare una madre, specialmente da quando lo sono diventata”. Tra le scene più intense del film quella in cui balla assieme ai figli sulle note di ‘Rumore’ di Raffaella Carra’