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La città del futuro vista dagli architetti, tutto in un webinar

Dic 8, 2020
Il dibattito è di quelli che non si esauriscono mai: innovare e trasformare la città storica o conservarne intatte le caratteristiche, indifferenti al tempo che passa? Pensare segni contemporanei anche in contesti storici o rispettare le tradizionali vocazioni dei diversi luoghi della città? Non ci si stancherebbe mai di parlarne, come hanno dimostrato i tanti lettori, architetti, storici dell’arte, intellettuali che hanno partecipato al dibattito che si è acceso nella rubrica delle lettere di Repubblica Bologna.

Adesso c’è anche l’occasione per confrontarsi su questo tema con riconosciuti professionisti, invitati a una tavola rotonda virtuale dall’Ordine degli architetti di Bologna e dal Ministero per i beni culturali – Mibact. In epoca di Covid uno dei pochi vantaggi è quello di poter seguire gli eventi di ogni genere, dalla Prima della Scala ai ricevimenti dei genitori a scuola, semplicemente collegandosi con il computer e con il cellulare. E quindi basta andare sul sito www.archibo.it per iscriversi al seminario on-line in programma il 10 dicembre dalle 15 alle 19 e partecipare alla discussione.

Il titolo dell’iniziativa è “L’Architettura trasforma la città nel tempo” e come si può facilmente capire il punto centrale è la qualità degli interventi dei progettisti: un fattore discriminante per poter devidere tra innovazione e conservazione è lo spessore progettuale delle proposte. A parlare specificamente del caso Bologna, la sessione che chiude il seminario, si troveranno vere e proprie “colonne” della discussione cittadina, come la presidente di Italia Nostra Jadranka Bentini e l’architetto Pier Luigi Cervellati. Insieme a loro Stefano Pantaleoni dell’ordine degli architetti di Bologna e la progettista Roberta Fusari. I casi italiani presi in esame spaziano dall’intervento nell’Isola di Ortigia a Siracusa fino all’esperienza del Maxxi, Museo delle arti del XXI secolo di Roma.

Sullo sfondo c’è anche il “pressing” degli architetti bolognesi per chiedere al Comune e alle istituzioni di ricorrere quanto più possibile ai concorsi di idee e di progettazione per scegliere i progetti da realizzare in città. Palazzo D’Accursio ha recentemente detto ai progettisti di voler rinunciare ad esempio alla procedura del concorso per ridisegnare le scuole Federzoni, dopo il lungo iter seguito per le scuole Carracci, ferme da un decennio tra infiniti ostacoli. “Il concorso è l’unico sistema per valutare diverse possibilità e alternative che altrimenti non si possono avere – spiega Pier Giorgio Giannelli, presidente dell’ordine che aprirà i lavori del webinar giovedì alle 15 – si potrebbe ad esempio anche aprire un dibattito pubblico partendo dai primi progetti selezionati, anche per aiutare la giuria a decidere. Questo sarebbe bello anche per far crescere nella nostra comunità la sensibilità verso l’architettura. Oltre al fatto che il concorso aperto è uno strumento fondamentale di trasparenza”.

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