• 27 Novembre 2024 20:48

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La Casa giapponese ferma la produzione in Russia

Set 26, 2022

La Casa giapponese, dopo sette mesi dall’inizio del conflitto tra la Russia e l’Ucraina, ha dovuto prendere una decisione per nulla facile. A causa della difficoltà, diventata praticamente impossibilità, di reperire materie prime e componenti essenziali per la manifattura, altro non può fare che stoppare la produzione di autoveicoli in Russia. Per il momento è sospesa.

Avevamo già visto a meno di un mese dall’inizio della guerra – lo scorso marzo – che la Casa aveva deciso di interrompere temporaneamente la realizzazione dei veicoli all’interno del suo polo produttivo di San Pietroburgo (come anche moltissime altre realtà). Lo stabilimento produce mediamente circa 80.000 euro all’anno.

Perché Toyota dice “stop”

Si ferma temporaneamente quindi l’output dalla Russia, Toyota dice “basta”. La spiegazione? In un comunicato si legge: “Non vediamo segnali che una ripartenza possa avvenire in futuro”, al momento la situazione è questa. Anche Nissan, altro brand giapponese, ha deciso di sospendere le attività nello stabilimento di San Pietroburgo per altri tre mesi: la riapertura prevista per fine settembre quindi slitta a fine anno, o all’inizio di quello nuovo. Mitsubishi e Mazda seguono lo stesso identico esempio.

Jun Nigata, capo della Comunicazione di Toyota, ha deciso di rassicurare la clientela, garantendo che la Casa continuerà a fornire assistenza sia ai suoi clienti che a quelli della controllata Lexus. Non è tutto, perché ovviamente in questa situazione, chi potrebbe rimetterci tanto sono i lavoratori; e quindi i circa 2.350 dipendenti avranno supporto finanziario e opportunità di riqualificazione professionale. C’è da dire comunque che, in linea con le sanzioni contro Mosca – decise dal blocco occidentale – Toyota aveva già deciso di non esportare più nuovi veicoli in Russia.

Una decisione molto complessa, ma utile

Come abbiamo sottolineato, a soli dieci giorni circa dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, lo scorso 4 marzo, Toyota aveva già sospeso la produzione nella sua fabbrica russa: la fornitura di materiali e componenti era stata interrotta, quindi era davvero impossibile continuare a lavorare. È da quel momento che la prima Casa automobilistica mondiale continua a monitorare la situazione, per capire il destino della sua attività in Russia, se mai sarà nuovamente sostenibile.

Nonostante gli sforzi e gli impegni, sono passati ben sette mesi dall’inizio della guerra e il brand giapponese non ha ancora potuto riprendere le normali attività. La decisione non è stata certo facile, anzi. Interrompere la produzione in Russia porta a un forte cambiamento; c’è da dire che negli ultimi ottant’anni la Casa ha sviluppato la sua attività e il suo brand supportata dagli stakeholder di tutto il mondo. Lo stop alla produzione consente a Toyota di riuscire quantomeno a proteggere i valori e i principi costruiti dai suoi predecessori, per poterli trasmettere alla nuova generazione.

Non è tutto, le operazioni a Mosca dovrebbero essere ottimizzate, il marchio infatti vuole mantenere un’organizzazione efficace, per poter sostenere la rete di vendita al dettaglio e garantire un servizio continuo ai clienti russi dei brand Toyota e Lexus. Lavoro duro e fedeltà: la Casa ringrazia i suoi dipendenti e promette di offrire loro l’assistenza necessaria per il reimpiego, la riqualificazione e il benessere.

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