AGI – Come per l’ultimo imponente movimento di piazza dei novax, anche il fronte ‘Noi non paghiamo le bollette’, questo il nome di una delle chat più affollate, si sta organizzando in modo capillare su Telegram. Una protesta che mira, e già ne ha dato dimostrazione in questi giorni, a passare dal virtuale al reale con adesioni che crescono a grande velocità.
L’obiettivo, fissato il 12 settembre sulla chat con più aderenti, è “raccogliere un milione di firme entro il 30 novembre, data in cui se il governo (qualsiasi sarà) non avrà messo in atto garanzie per far fronte all’aumento dei prezzi dell’energia, l’idea è quella di partire con l’autoriduzione o il non pagamento delle bollette”. Al momento il ‘contatore’ delle firme segna 10.228 adesioni.
Città ‘capofila’ è Napoli
Il simbolo scelto è quello di una bolletta che sta per essere gettata tra le fiamme. In ormai quasi tutte le regioni – tra le prime Campania, Sicilia, Piemonte, Lombardia, Emilia, Toscana, Lazio – sono nati i gruppi ‘Noi non paghiamo’, ciascuno dei quali ha a sua volta una pagina di riferimento su Telegram attraverso la quale pubblicizzare “assemblee, banchetti e iniziative di lotta” di cui poi viene dato conto con foto e video.
Città capofila della protesta è Napoli con appuntamenti quasi tutti i giorni e una annunciata “grande manifestazione” per il 5 novembre, stessa data in cui è in preparazione con “tavoli di studio” un corteo a Monza. Al momento, precisano i moderatori del gruppo, i roghi delle bollette sono “simbolici”, in attesa di vedere se arriveranno gli aiuti invocati entro il 30 novembre, ‘deadline’ prima di passare a una nuova fase della ‘lotta’.