La Campania si mobilita sul fronte dell’autonomia differenziata. Prima regione meridionale a formulare proposte per mitigare gli effetti (negativi per il Sud) delle richieste avanzate da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e su cui si attende per il 15 febbraio la decisione del Governo. Industriali di Napoli e Universit Federico II hanno formulato una propria proposta di autonomia differenziata; proprio mentre il Consiglio regionale della Campania, da parte sua, ha adottato un ordine del giorno sullo stesso tema.
La proposta di industriali e accademici
La richiesta di autonomia differenziata avanzata da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna pone l’Italia di fronte a un bivio: pu portare a una secessione mascherata oppure pu diventare l’occasione per l’intera Italia di rivedere il funzionamento della Repubblica, superando le forti distorsioni del federalismo, segnala il presidente di Unione industriali di Napoli e Confindustria Campania, Vito Grassi. Si parte dalla seconda opzione. Ma perch l’autonomia sia ben realizzata, i rappresentanti di impresa e universit – supportati dal giurista, ex presidente della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, dal presidente della Svimez Adriano Giannola, dall’autore di “Zero al Sud”, Marco Esposito, presenti al convegno di presentazione oltre che con il rettore della Federico II – fissano sette regole auree. In primo luogo, il percorso deve prevedere un trasferimento finanziariamente neutrale delle risorse. In che modo assicurare ci?
Prima fissare i livelli essenziali
Con la contestuale definizione, per ciascuna delle competenze gi assegnate o da trasferire agli enti locali, dei livelli essenziali delle prestazioni, si legge nella proposta. In altre parole, al fine di garantire servizi efficienti in tutte le regioni, del Nord e del Sud, necessario che vengano definiti i “livelli essenziali delle prestazioni”. Parametro gi richiesto dalla legge Calderoli la numero 42 del 2009, che non mai stata attuata. Impossibile trasferire competenze – precisa il rettore Gaetano Manfredi – se non si stabilisce prima quali sono i livelli essenziali. Senza ulteriori rinvii.
Monitoraggio e sussidiariet al Parlamento
Industriali e universit non si fermano qui. Chiedono anche l’attuazione della perequazione al 100% (e non al 50% come avviene dal 2015); e invocano una legge attuativa di un sistema di monitoraggio pubblico affinch il Governo, come previsto dall’articolo 120 della Costituzione, possa tempestivamente sostituirsi a organi delle Regioni e degli altri enti locali a tutela dei livelli essenziali delle prestazioni. In particolare, propongono che venga riconosciuto un ruolo esplicito del Parlamento nel monitorare e correggere il sistema federale, qualora non vengano assicurati i principi di uguaglianza sostanziale e di solidariet.
Amministrazioni efficienti a Sud e a Nord
Pensano anche che lo Stato debba recuperare potest in materia di perequazione per superare gli attuali sistemi di solidariet conflittuale tra enti locali del medesimo livello, collegando invece l’erogazione di risorse alla puntuale verifica dell’efficienza della spesa. In altre parole il Sud che si ribella alle proposte di autonomia rafforzata del Nord non intende sottrarsi alle proprie responsabilit, anzi chiede controlli e pari efficienza. La proposta cos formulata stata inviata formalmente a Camera, Senato, presidenza del Consiglio, commissioni competenti in materia di federalismo fiscale.
Consiglio regionale contro l’autonomia del Nord, ma il M5S si astiene
Con i voti di centrodestra e di centrosinistra, ma con l’astensione (non poco contestata) del M5S, il Consiglio regionale della Campania ha approvato a maggioranza, un ordine del giorno che riprende una precedente proposta avanzata dal governatore Vincenzo De Luca. Il Consiglio campano impegna la giunta a sollecitare il Governo ad ascoltare la Campania in merito alla proposta formulata da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e a promuovere un confronto tra tutte le forze politiche e le parti sociali delle regioni del Sud. L’obiettivo promuovere una autonomia che garantisca “il rispetto dei principi di solidariet” sanciti dalla costituzione. Gli amministratori campani inoltre chiedono al Governo di non ridurre le risorse gia’ assegnate alla Regione Campania, ripristinando quelle gi sottratte, in particolare i 30 milioni di euro per l’ambiente.
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