AGI – Se l’anno scorso, a febbraio, prima dello scoppio della pandemia da Covid-19, Piazza Affari si era riportata brevemente sopra i 25 mila punti, che non toccava dal 2008, con le ultime sedute ha ritoccato verso l’alto quel picco.
Il Ftse Mib, l’indice che raggruppa i principali quaranta gruppi quotati sul listino milanese, ha chiuso una nuova seduta in progresso, guadagnando lo 0,99% (il rialzo più consistente fra le principali borse europee) e toccando i 25.824 punti.
Il nuovo slancio di Piazza Affari arriva in una giornata in cui gli altri listini del Continente si sono mossi poco; a differenza di indici come il Dax di Francoforte o come quelli di Wall Street, tuttavia, il Ftse Mib è ancora molto lontano dai massimi storici: sempre nel 2008, prima della crisi finanziaria, l’indice stazionava sopra i 30 mila punti e nel 2007 era addirittura sopra quota 40 mila punti.
A trascinare la Borsa di Milano, in un contesto favorevole ai listini azionari, che giovano della grande massa di liquidità immessa nel sistema dalle politiche monetarie e fiscali globali, è il buon momento dei bancari, fra report lusinghieri e aspettative per il consolidamento del comparto: particolarmente brillanti, nella seduta di oggi, le azioni Unicredit (+3,47% dopo un report di Jeffries).
Al tempo stesso, tuttavia, mentre altri settori fanno registrare quotazioni sui massimi storici o comunque vicine ai livelli record, il settore del credito italiano è ancora ben al di sotto dei valori storici. Ben comprata la manifattura, a partire da Stellantis (+1,68%), e il settore del lusso, con Moncler che continua a ritoccare i propri massimi. Tonica anche l’industria del risparmio gestito, che beneficia dei forti risparmi degli italiani e dei dati sulla raccolta.
Anche l’alto numero di opa in corso attualmente o chiuso nelle ultime settimane contribuisce a tenere alti i prezzi, con gli investitori che scommettono su nuove operazioni in un momento in cui la liquidità e i debiti costano molto poco.