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La Bce ai governi: “Intensificare gli sforzi per sostenere la crescita”

Dic 27, 2019

MILANO – La debolezza della crescita europea è il concetto che permea l’ultimo Bollettino economico della Bce di questo 2019 in chiusura, nel quale torna l’invito ai governi (soprattutto quelli che hanno margini di bilancio) a sostenere l’attività.

Nel documento ufficiale di Francoforte si conferma la revisione delle stime sul Pil dell’area con la moneta unica, già annunciata da Christine Lagarde dopo il Consiglio di metà mese. “Le proiezioni indicano una crescita annua del PIL in termini reali dell’1,2 per cento nel 2019, dell’1,1 per cento nel 2020 e dell’1,4 per cento nel 2021 e nel 2022. Rispetto all’esercizio condotto a settembre 2019 dagli esperti della BCE, le prospettive per l’espansione del PIL in termini reali per il 2020 sono state lievemente riviste al ribasso. I rischi per le prospettive di crescita dell’area, connessi a fattori geopolitici, al crescente protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti, restano orientati al ribasso, sebbene siano ora lievemente meno marcati”.

Per quanto riguarda la dinamica dei prezzi, scrive ancora la Bce, gli esperti “indicano un tasso annuo di inflazione misurato sullo IAPC dell’1,2 per cento nel 2019, dell’1,1 nel 2020, dell’1,4 nel 2021 e dell’1,6 nel 2022. Rispetto all’esercizio condotto lo scorso settembre dagli esperti della BCE, le prospettive per l’inflazione misurata sullo IAPC sono state lievemente corrette al rialzo per il 2020 e al ribasso per il 2021, soprattutto per effetto dell’evoluzione attesa dei prezzi dell’energia”.

Dal documento emerge la reiterata richiesta ai governi di fare di più per la crescita: “Tutti i paesi dovrebbero intensificare gli sforzi per conseguire una composizione delle finanze pubbliche più favorevole alla crescita”. Il pressing è come di consueto in particolare sui “governi che dispongono di margini per interventi di bilancio” che “dovrebbero essere pronti ad agire in maniera efficace e tempestiva”. Di contro, ai “governi dei paesi con un debito pubblico elevato” come l’Italia si chiede di “perseguire politiche prudenti e conseguire gli obiettivi di saldo strutturale, così da creare le condizioni affinché gli stabilizzatori automatici operino liberamente”.

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