il graffio del lunedì
La squadra di Sarri superata dalla Lazio, il Milan umiliato per 5-0 dall’Atalanta, lo sfogo a distanza di Max Allegri. Il Natale movimentato della serie A italiana
di Dario Ceccarelli
23 dicembre 2019
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Ma che bel Natale per la Juventus! Altre 3 palle, ma non sull’albero: nella sua porta. È già la seconda volta: la prima in campionato, adesso a Riad, nella Supercoppa. Ormai, parafrasando quella storica trasmissione, si potrebbe fare un format. Chiamate Lazio 3-1 -3-1. Si va sul sicuro. Non c’è il rischio che finisca diversamente.
Comunque, prima di questo secondo schianto con la squadra di Inzaghi, Sarri l’aveva detto che cominciava a divertirsi. Che il gioco stava arrivando. Che ormai la Grande Bellezza era alle porte. In effetti, perdere in questo modo la Supercoppa con la Lazio, che tutta intera non costa quanto Ronaldo, deve essere stato proprio un gran divertimento. Roba da sbudellarsi dalle risate. Sia per Sarri che per i tifosi bianconeri, già abbastanza incavolati per il nuovo riaggancio dell’Inter, meno propensa della Juve a fare regali di Natale.
Al massimo, qualche panettone per tutti quegli allenatori (ben nove) che sotto le feste dovranno farne a meno. Gli ultimi due sono Montella, per l’ennesima sconfitta patita della Fiorentina (4-1 con la Roma), e Motta per il pesante quattro a zero del Genoa a San Siro contro l’inter. Due esoneri un po’ così: come sparare sulla Croce Rossa o sulla tenuta della maggioranza di governo
L’umiliazione del Milan di Pioli
A proposito di allenatori, oltre a Simone Inzaghi e Antonio Conte, c’è un altro tecnico, al momento senza panchina, che si fa delle belle risate. È Max Allegri (nomen omen) che in una intervista al New York Times ha detto che «schemi e tattiche sono solo delle gran puttanate». E che alla fine sono giocatori, e i campioni, a fare la differenza. Naturalmente, ogni riferimento, a chi voi immaginate, è puramente casuale.
Chi proprio non ride, e che pur mangiando il panettone gli resterà di sicuro sullo stomaco, è il povero Pioli, reduce da una pesantissima legnata con l’Atalanta di Gasperini. Era dall’altro secolo (1998) che il Milan non si beccava cinque gol, una umiliazione pesantissima. Difficile trovare attenuanti. La differenza con l’Atalanta quasi abissale. Un conto è faticare a far gol, un altro è farsi strapazzare come una squadra rionale.