Presto o tardi, anche le cose migliori finiscono. Abituarsi all’idea è il primo buon passo per andare avanti, verso delle nuove avventure. Dopo ben 22 anni di sodalizio, Jeremy Clarkson si congeda da The Grand Tour, ponendo fine al mitico trio che tanto ha tenuto compagnia ai telespettatori. In questi giorni è previsto l’ultimo episodio, dopodiché calerà il sipario. Non li rivedremo mai più unire le forze, o almeno è quanto sostiene il celebre presentatore.
In seguito all’annuncio, sono trapelate varie indiscrezioni circa il motivo dell’addio. La tesi prevalente indicava nello stesso Jeremy Clarkson il principale fautore della rottura. Ebbene, le ricostruzioni erano corrette, come confermato dal diretto interessato. Su cosa lo abbia indotto a gettare la spugna, spicca un motivo: le auto elettriche. Non ne vuole affatto sapere di testarle, essendone uno dei maggiori critici. Già nel corso della serie ha esternato spesso e volentieri dello scetticismo a tal riguardo.
Attacco senza pietà
In certe occasioni, addirittura, ha addirittura riservato delle parole di disprezzo totale. Durante l’appuntamento conclusivo di The Grand Tour, ha spazzato via qualsiasi dubbio. “Non cambio idea, mi porterò questa convinzione nella tomba”, ha sottolineato. Gli ha servito un’opportunità sul piatto d’argento il test al volante della Lancia Beta Montecarlo. Mostro sacro del marchio italiano, il modello monta sotto il cofano un propulsore a combustione interna. Lo suggerisce il ‘ruggito’ del motore, che sembra divertire un sacco il giornalista.
“Con le vostre auto elettriche non lo sentirete mai”, ha osservato, rivolgendosi al pubblico da casa. “Ci sono molte ragioni dietro la nostra decisione di chiudere lo show, ma una delle principali, per me, è che semplicemente non mi interessano le auto elettriche – ha aggiunto -. Sono semplicemente degli elettrodomestici, come una lavatrice o un microonde. Non puoi davvero recensirle o apprezzarle. Non mi entusiasmano affatto, sono solo m****“.
Sound artificiale per compensare
In fede al suo conclamato stile, Jeremy Clarkson non ha, dunque, usato mezzi termini. Il messaggio è arrivato forte e chiaro, accolto con opinioni altrettanto polarizzanti. Una schiera di ammiratori ha concordato, ringraziando il beniamino per lasciar perdere il politically correct.
Sul lato opposto della barricata, i promotori delle BEV hanno contestato le affermazioni. A loro avviso, infatti, ci sono delle ottime rappresentanti, capaci di eguagliare o persino superare gli standard delle endotermiche. La categorica presa di posizione invitava a una netta spaccatura. Conscio dell’eco che le sue esternazioni avrebbero generato in rete, ha comunque preferito non fare bel viso al cattivo gioco.
Il rombo del sistema propulsivo in procinto di sparire è uno dei temi scottanti, per questo dei Costruttori di fama mondiale stanno studiando un sound artificiale. A tirare le redini nella nostra penisola sono, in sostanza, Ferrari e Lamborghini. I rispettivi team di esperti pensano a crearne uno unico, facilmente riconoscibile.
Al posto di riprodurre le vecchie ‘sonorità’, si rimboccano le maniche con lo scopo di trasmettere emozioni e al resto degli occupanti. L’amministratore delegato del Cavallino Rampante, Benedetto Vigna, predica ottimismo, ma i detrattori non smettono di fare sentire la propria voce.