Dopo due anni di silenzio, quando tutti pensavano fosse solo un ricordo confinato nel passato, la Jeep Cherokee è tornata con una vesta rinnovata. In un mondo che vira verso l’elettrico puro, dove le forme si fanno liquide e morbide, lei riprende vigore con una silhouette più squadrata, solida e americana che mai. Il suo è un rientro in grande stile in quel segmento dei SUV medi dove la competizione è feroce e spietata, ma anche il posto dove è sempre stata (anche prima degli altri).
La nuova generazione, attesa nelle concessionarie Usa all’inizio del 2026, non farà la traversata dell’Atlantico. Per adesso rimane un’esclusiva americana. In Europa, Jeep ha altri piani: Compass, Avenger e ibridi compatti. Negli Stati Uniti, però, dove la parola “fuoristrada” ha ancora un significato sacro, la Cherokee vuole alzare la voce.
Muscoli scolpiti nella storia
Guardarla è come rivedere un parente di cui si erano perse le tracce. Più lunga (4,77 metri), più larga (2,12 metri con specchietti) e con un passo generoso da 2,87 metri, la nuova Cherokee affila gli artigli per prendersi il mercato. Lo stile richiama quello della gloriosa XJ, con superfici pulite, una postura decisa e quella griglia a sette feritoie che è il vero emblema di tutta la casata.
I fari LED a firma luminosa U sono l’unico vezzo moderno, se escludiamo i moderni interni. L’abitacolo, infatti, sembra uscito da un salotto hi-tech di lusso: due schermi (10,25” per la strumentazione e 12,3” per l’infotainment) dominano la plancia. Il sistema Uconnect 5 non lascia fuori nessuno: Apple CarPlay e Android Auto wireless sono di serie.
Ibrida sì, ma con una novità
La vera sorpresa è sotto il cofano. Dimenticate il V6, almeno per ora. Al lancio, la Cherokee abbraccia un nuovo motore ibrido da 350 volt. Si tratta della combinazione di un 1.6 turbo a benzina con due propulsori elettrici, il tutto orchestrato da un cambio e-CVT. La batteria è piccola (1,08 kWh), ma furba: non si ricarica alla spina, si alimenta con il movimento e la frenata. La potenza generata, invece, è di 210 CV, tanto quanto serve per scattare da 0 a 100 km/h in 8,3 secondi.
La trazione integrale Active Drive I, con disconnessione dell’asse posteriore, è di serie su tutte le versioni. Ci sono quattro modalità di guida – Auto, Sport, Snow e Mud/Sand – perché la Cherokee è ancora una vettura che non si ferma davanti a un sentiero sterrato o a una nevicata improvvisa. Gli angoli di attacco e uscita (19,6° e 29,4°), la luce da terra (8 pollici) e l’angolo di dosso (18,8°) la rendono più che pronta per lo sterrato.
In arrivo anche la versione Trailhawk, per chi considera il fuoristrada un vero oggetto sacro. Sospensioni dedicate, protezioni sottoscocca e un sistema 4×4 evoluto: la Cherokee è pronta a indossare il suo miglior paio di scarponi e tornare nei boschi.
Una base solida per il futuro: il listino prezzi
Sotto tutto questo, c’è la piattaforma STLA Large, la stessa che darà vita anche alle future Alfa Romeo Giulia e Stelvio (salvo ripensamenti). Una base flessibile, nata per accogliere motori termici, ibridi e 100% elettrici. È possibile, quindi, che ciò che oggi pulsa nella Cherokee finisca domani sotto i cofani europei anche se, per ora, resta un privilegio tutto americano.
Il listino parte da 38.990 dollari. Non poco, ma nemmeno eccessivo per un SUV che si prende la libertà di restare fedele a sé stesso, mentre il mondo cambia pelle. La nuova Jeep Cherokee non vuole compiacere tutti: vuole piacere a chi crede ancora che le ruote debbano sporcarsi, e che l’avventura inizi dove finisce l’asfalto.