AGI – Non è la finale che ci si aspettava in partenza, quella tra la numero uno del mondo Swiatek e la numero 2 Sabalenka. E neanche quella molto politica che si era profilata in corso d’opera, tra l’ucraina Svitolina e la bielorussa Sabalenka. Ma quella in scena a Wimbledon sarà una finale femminile dal sapore storico. Chiunque vinca. Perché la tunisina Ons Jabeur (numero sei del ranking Wta) oltre a conquistare il suo primo titolo Slam diventerebbe la prima regina africana di Wimbledon.
E la sua avversaria, la ceca Marketa Vondrousova (n.42) , la prima tennista non testa di serie a vincere il titolo dal lontano 1963. Oltre che la prima tatuata, considerando le braccia istoriate. Ma per la mancina ceca, 24 anni, il successo sarebbe anche un modo perfetto per festeggiare il primo anniversario di matrimonio con il suo Stepan Simek, a cui ha scelto di dire sì il 17 luglio dello scorso anno, quando l’ennesimo problema fisico l’aveva costretta a un intervento al gomito sinistro.
“Almeno ho avuto qualcosa di cui essere felice, i preparativi del matrimonio mi hanno distratto dalla tristezza dovuta alla lontananza dai campi. Diciamo che il timing è stato perfetto”, ha raccontato evidenziando la sua filosofia di vita.
Per la mancina dotata di servizio carico d’effetti, dritto letale e rovescio a due mani dal quale ogni tanto escono micidiali smorzate (una specialita’ che appartiene anche alla Jabeur) una vittoria, domani rappresenterebbe il meritato premio dopo una carriera costellata di tendiniti ai polsi, interventi e stop forzati che hanno ostacolato una corsa cominciata a 19 anni con la finale al Roland Garros, due anni prima della conquista della medaglia d’argento alle Olmpiadi di Tokyo.
A Wimbledon dove si era presentata con sole quattro vittorie nella sua vita sull’erba, ha mandato a casa un lungo elenco di teste di serie (Kudernetova, Vekic, Boukzova e quindi Pegula e Svitolina in semifinale). E una che sulle sue braccia ha tatuato frasi come “niente pioggia, niente fiori” che sottolineano la sua resilienza non avrà certo alcun timore reverenziale contro la tunisina che domani affronta la sua terza finale in uno Slam (Wimbledon e Us Open 2022).
L’anno scorso sul centrale perse con la Rybakina, che stavolta ha battuto ai quarti, prima di impedire alla Sabalenka di diventare numero uno del mondo, estromettendola in semifinale. E adesso Ons punta al primo titolo Slam della sua vita: “Spero che la terza volta sia quella giusta. Voglio scrivere la storia, per la Tunisia e per l’Africa”.
I precedenti
Le due tenniste si sono già incontrate sei volte, con tre vittorie a testa. Jabeur ha vinto l’unica partita sull’erba (nel 2021 a Eastbourne 6/3-7/6), ma la ceca conduce due a zero in questa stagione con le vittorie agli Australian Open (6/1-5/7- 6/1) e Indian Wells (7/5-6/4). Chi vincera’ portera’ a casa 2000 punti per la classifica e 2.350.000 sterline, lo stesso degli uomini. Il 17,50 per cento in più’ rispetto a quello dei vincitori dello scorso anno.
AGI – Non è la finale che ci si aspettava in partenza, quella tra la numero uno del mondo Swiatek e la numero 2 Sabalenka. E neanche quella molto politica che si era profilata in corso d’opera, tra l’ucraina Svitolina e la bielorussa Sabalenka. Ma quella in scena a Wimbledon sarà una finale femminile dal sapore storico. Chiunque vinca. Perché la tunisina Ons Jabeur (numero sei del ranking Wta) oltre a conquistare il suo primo titolo Slam diventerebbe la prima regina africana di Wimbledon.
E la sua avversaria, la ceca Marketa Vondrousova (n.42) , la prima tennista non testa di serie a vincere il titolo dal lontano 1963. Oltre che la prima tatuata, considerando le braccia istoriate. Ma per la mancina ceca, 24 anni, il successo sarebbe anche un modo perfetto per festeggiare il primo anniversario di matrimonio con il suo Stepan Simek, a cui ha scelto di dire sì il 17 luglio dello scorso anno, quando l’ennesimo problema fisico l’aveva costretta a un intervento al gomito sinistro.
“Almeno ho avuto qualcosa di cui essere felice, i preparativi del matrimonio mi hanno distratto dalla tristezza dovuta alla lontananza dai campi. Diciamo che il timing è stato perfetto”, ha raccontato evidenziando la sua filosofia di vita.
Per la mancina dotata di servizio carico d’effetti, dritto letale e rovescio a due mani dal quale ogni tanto escono micidiali smorzate (una specialita’ che appartiene anche alla Jabeur) una vittoria, domani rappresenterebbe il meritato premio dopo una carriera costellata di tendiniti ai polsi, interventi e stop forzati che hanno ostacolato una corsa cominciata a 19 anni con la finale al Roland Garros, due anni prima della conquista della medaglia d’argento alle Olmpiadi di Tokyo.
A Wimbledon dove si era presentata con sole quattro vittorie nella sua vita sull’erba, ha mandato a casa un lungo elenco di teste di serie (Kudernetova, Vekic, Boukzova e quindi Pegula e Svitolina in semifinale). E una che sulle sue braccia ha tatuato frasi come “niente pioggia, niente fiori” che sottolineano la sua resilienza non avrà certo alcun timore reverenziale contro la tunisina che domani affronta la sua terza finale in uno Slam (Wimbledon e Us Open 2022).
L’anno scorso sul centrale perse con la Rybakina, che stavolta ha battuto ai quarti, prima di impedire alla Sabalenka di diventare numero uno del mondo, estromettendola in semifinale. E adesso Ons punta al primo titolo Slam della sua vita: “Spero che la terza volta sia quella giusta. Voglio scrivere la storia, per la Tunisia e per l’Africa”.
I precedenti
Le due tenniste si sono già incontrate sei volte, con tre vittorie a testa. Jabeur ha vinto l’unica partita sull’erba (nel 2021 a Eastbourne 6/3-7/6), ma la ceca conduce due a zero in questa stagione con le vittorie agli Australian Open (6/1-5/7- 6/1) e Indian Wells (7/5-6/4). Chi vincera’ portera’ a casa 2000 punti per la classifica e 2.350.000 sterline, lo stesso degli uomini. Il 17,50 per cento in più’ rispetto a quello dei vincitori dello scorso anno.