Si abbonano a servizi di connettività Internet basati su fibra, ma al primo Speed Test scoprono che vanno a velocità in download nettamente inferiori rispetto a quanto promesso dai provider. Sono migliaia, forse di più. Migliaia di sfortunati attestati sulle vecchie “reti rigide” di Telecom Italia.
L’AGCOM su BroadbandMap indica una percentuale nazionale su tutti i civici del 2,5%. Nella realtà il numero di famiglie potrebbe essere decisamente più alto, poiché il Garante ha fatto un calcolo considerando davvero tutti i civici, anche quelli legati a magazzini, garage, etc.
Per altro in alcune città questa percentuale raggiunge percentuali da capogiro come ad esempio a Torino dove supera il 21%. È pur vero che in questo caso il dato viene controbilanciato da un 91,4% di VDSL, 43,1% di EVDSL su FTTC e un 55,1% di FTTH.
Sulla carta molti italiani hanno sottoscritto abbonamenti fibra, basati su VDSL o VDSL+ da 30/50/100 Mbps, perché in effetti la loro rete come milioni di italiani è un misto fibra-rame, ma la differenza è che non sono collegati a un armadio distante mediamente 300 metri da casa. Sono collegati in centrale, che secondo un documento Telecom, in Italia, vuol dire una media di 1,5 km. Ora, questo non vuol dire che tutti coloro che sono su rigida si ritrovano nella peggiore delle condizioni, ma solo che rischiano di avere prestazioni più scadenti.
In verità è probabile che un utente su rigida a 300 metri dalla centrale possa godere persino di qualche vantaggio rispetto a un altro su cabinet, ma nella maggior parte dei casi le variabili in gioco sono a suo sfavore.
Prima di tutto c’è il problema delle tecnologie in gioco. I protocolli VDSL più potenti – quelli che oggi consentono anche di raggiungere teoricamente i 200/300 Mbps – sulla lunga distanza soffrono di un incremento della diafonia, ovvero di interferenza elettromagnetica. Il problema è che anche selezionando la tecnologia più consona il segnale interferisce con l’ADSL magari veicolato sullo stesso cavo verso altri clienti. Infine non è da escludere il deterioramento del rame, che per le rigide non può che essere piuttosto vecchio.
“Oltre alla rete di distribuzione ‘elastica’ esistono altre strutture di rete quali: la ‘rete rigida’ che, normalmente impiegata per servire clientela posta nelle vicinanze della sede della centrale, si distingue dalla rete ‘elastica’ per l’assenza di terminazioni intermedie tra il permutatore ed il distributore; la rete semirigida che è un ibrido tra la rete “elastica” e la rete ‘rigida'”. (Telecom Italia)
L’ultimo aggiornamento di Broadband Map, per altro disponibile anche come app Android, mostra altre novità. Oltre appunto alla Dashboard statistica che svela le percentuali di rigide e servizi di copertura, nella Tab denominata “Velocità Rete Fissa” vengono svelate tutte le tecnologie disponibili presso ogni indirizzo civico italiano.
Se si considera l’ADSL la percentuale nazionale è del 92%, mentre quella VDSL è del 48,1%, EVDSL del 25,5% e infine FTTH del 3,3%. La stima delle prestazioni conferma circa il 37% con velocità compresa tra 2 Mbps e 30 Mbps, il 31% con velocità tra 30 Mbps e 100 Mbps, il 17% con velocità tra 100 Mbps e 500 Mbps e solo un 10% con prestazioni superiori ai 500 Mbps. Coloro che sono costretti a stare sotto i 2 Mbps sono circa il 3%.
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Se rilevate eventuali errori segnalate all’AGCOM tramite le apposite funzioni, poiché solo con la partecipazione degli utenti l’intero progetto potrà raggiungere l’eccellenza. Dopodiché è bene ricordare che tutti i dati riportati sono quelli forniti settimanalmente/mensilmentedagli operatori. E infine che rispetto ad altri validi servizi gratuiti online, in questi report si parla di indirizzi civici univoci e non armadi che servono più abitazioni.