AGI – “È disperata. Ha smesso di mangiare, per due volte ha provato a togliersi la vita. Aiutateci”: questo l’accorato appello lanciato dalla madre di Amina Milo Kalelkyzy, la 18enne italiana detenuta in Kazakistan da tre mesi con l’accusa di traffico di droga. “È innocente, chiedo aiuto all’Italia, in particolare al ministro Tajani“, ha aggiunto Assemgul Sapenova in un’intervista rilasciata alla Stampa dal Kazakistan.
La giovane di origini kazake, studentessa di un liceo artistico di Lecce, ha lasciato il Paese asiatico insieme a sua mamma quando aveva 8 anni e da allora vive con il resto della famiglia a Lequile, in Salento. A giugno era tornata ad Astana con la madre per una visita ai parenti ed era stata fermata insieme al suo fidanzato, originario del posto, trovato in possesso di droga durante un controllo. Dopo una notte in custodia, i due erano stati rilasciati: la giovane aveva detto di non essere a conoscenza delle sostanze stupefacenti e gli esami tossicologici avevano dato esito negativo.
In seguito Amina era stata prelevata da tre agenti che l’hanno trattenuta in un appartamento per 16 giorni, prima di liberarla. Infine, a luglio, è stata arrestata per traffico internazionale di droga e il 9 ottobre il tribunale ha respinto la richiesta dei domiciliari e ha imposto un altro mese di detenzione. Secondo il suo avvocato, le sarebbero stati fatti firmare documenti che con comprendeva perchè non parla kazako, nè russo, e durante la detenzione nell’appartamento avrebbe subito maltrattamenti, botte e un tentativo di stupro.
“Ho paura per lei e per me”, ha detto la mamma, “sto lottando contro tutti. Qui le leggi sono diverse. Se mi succedesse qualcosa, chi l’aiuterà?”.