• 29 Settembre 2024 21:35

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Italia ultima in area euro per pagamenti digitali

Giu 15, 2024

AGI – L’Italia è fanalino di coda, nell’area euro, nell’utilizzo di sistemi di pagamento diversi dal contante, che resta il mezzo preferito per pagare e fare acquisti da parte delle famiglie italiane. È quanto emerge da un rapporto del Centro studi di Unimpresa, che ha rielaborato dati della Banca d’Italia.

 

Con 199 pagamenti pro-capite l’anno senza denaro di carta, l’Italia, stando ai dati relativi al 2023, è l’ultima nella zona euro, in una classifica che vede sul podio Lussemburgo (8.738 operazioni per cittadino), Lituania (1.041) e Paesi Bassi (670). Il cash, invece, oltre che nel Belpaese, risulta ancora particolarmente apprezzato in Grecia, dove le operazioni cashless sono solo 230, e poi a Malta (234), Slovacchia (251), Slovenia (251) e Spagna L’Italia è fanalino di coda, nell’area euro, nell’utilizzo di sistemi di pagamento diversi dal contante, che resta il mezzo preferito per pagare e fare acquisti da parte delle famiglie italiane. È quanto emerge da un rapporto del Centro studi di Unimpresa, che ha rielaborato dati della Banca d’Italia.
Con 199 pagamenti pro-capite l’anno senza denaro di carta, l’Italia, stando ai dati relativi al 2023, è l’ultima nella zona euro, in una classifica che vede sul podio Lussemburgo (8.738 operazioni per cittadino), Lituania (1.041) e Paesi Bassi (670). Il cash, invece, oltre che nel Belpaese, risulta ancora particolarmente apprezzato in Grecia, dove le operazioni cashless sono solo 230, e poi a Malta (234), Slovacchia (251), Slovenia (251) e Spagna.

 

Secondo il report del Centro studi di Unimpresa, dal quarto posto in giù, la classifica dei paesi più evoluti sul piano dell’uso dei pagamenti elettronici o digitali è la seguente: Irlanda (661 operazioni pro-capite l’anno), Finlandia (598), Estonia (487), Belgio (483), Francia (424), Lettonia (389), Germania (328), Austria (304) e Portogallo; Cipro non è pienamente rilevata dalle statistiche ufficiali.

“L’Italia continua a fare affidamento in larga misura sul contante per le transazioni quotidiane. Questo fenomeno – commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara – può essere attribuito a diversi fattori, tra cui una rete di infrastrutture digitali meno sviluppata, una fiducia ridotta nei sistemi elettronici e un’educazione finanziaria che potrebbe essere migliorata per incentivare l’adozione di metodi di pagamento più moderni. Di la’ da alcuni, noti problemi legati all’evasione fiscale senza dubbio connessi alla circolazione della moneta di carta, non è corretto, tuttavia, generalizzare nè criminalizzare chi non è ancora particolarmente avvezzo all’uso di strumenti digitali o elettronici”.

 

E aggiunge “Imporre per legge le carte di credito o i bonifici ci pare in contrasto con il principio di liberta’ e di libera circolazione economica sancito dalla nostra Costituzione”.Secondo il report del Centro studi di Unimpresa, dal quarto posto in giu’, la classifica dei paesi piu’ evoluti sul piano dell’uso dei pagamenti elettronici o digitali è la seguente: Irlanda (661 operazioni pro-capite l’anno), Finlandia (598), Estonia (487), Belgio (483), Francia (424), Lettonia (389), Germania (328), Austria (304) e Portogallo; Cipro non è pienamente rilevata dalle statistiche ufficiali. “L’Italia continua a fare affidamento in larga misura sul contante per le transazioni quotidiane. Questo fenomeno – commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara – puo’ essere attribuito a diversi fattori, tra cui una rete di infrastrutture digitali meno sviluppata, una fiducia ridotta nei sistemi elettronici e un’educazione finanziaria che potrebbe essere migliorata per incentivare l’adozione di metodi di pagamento piu’ moderni. Di la’ da alcuni, noti problemi legati all’evasione fiscale senza dubbio connessi alla circolazione della moneta di carta, non è corretto, tuttavia, generalizzare nè criminalizzare chi non è ancora particolarmente avvezzo all’uso di strumenti digitali o elettronici”. E aggiunge “Imporre per legge le carte di credito o i bonifici ci pare in contrasto con il principio di liberta’ e di libera circolazione economica sancito dalla nostra Costituzione”.

 

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