AGI – Un ponte di energia tra le sponde del Mediterraneo. Un progetto infrastrutturale di oltre 3.300 chilometri per trasportare idrogeno rinnovabile dal Nord Africa all’Italia, all’Austria e alla Germania e rifornire i mercati europei: è il Corridoio meridionale dell’idrogeno South H2, al centro della prima riunione pentaministeriale organizzata a Villa Madama dal Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.
Alla ministeriale è seguita la firma di una dichiarazione d’intenti con cui si è esteso a Tunisia e Algeria l’impegno a sostenere il progetto, finora sottoscritto da Italia, Germania e Austria, stabilendo il comune intento di riunirsi semestralmente a livello di gruppo di lavoro tecnico per monitorare e sostenerne l’attuazione.
IL PROGETTO
Per circa il 70% del tratto previsto, il Corridoio utilizzerà l’infrastruttura esistente per il trasporto del gas, che verrà riadattata per trasportare idrogeno verde dal Nordafrica al centro Europa. Il progetto è guidato dall’italiana Snam, dalle austriache Tag e Gca e dalla tedesca Bayernets e utilizzerà il collegamento già esistente tra Tunisia e Italia (Transmed). Con una capacità di 4 milioni di tonnellate l’anno, il corridoio potrà contribuire per il 40% al raggiungimento dei target del piano REPowerEU.
L’infrastruttura dovrà entrare in esercizio entro l’1 gennaio 2030. Il segmento italiano sarà lungo 2300 km (70% dei quali da ottenere tramite riconversione delle condutture gas esistenti e 30% da costruire ex novo). La condotta collegherà Mazara del Vallo a Tarvisio, attraverso la dorsale tirrenica.
Nella dichiarazione d’intenti le parti si impegnano a facilitare lo sviluppo del Corridoio meridionale dell’idrogeno attraverso progetti infrastrutturali in Algeria e Tunisia, riutilizzando le infrastrutture esistenti ove possibile e costruendone di nuove. Saranno avviate collaborazioni per identificare le necessita’ di investimento, valutare meccanismi di mitigazione dei rischi e definire un quadro normativo favorevole.
Verrà inoltre incentivata la cooperazione tra produttori, distributori e operatori di rete, con un focus sul trasferimento di tecnologia e il miglioramento delle competenze locali. Sebbene il documento sia una dichiarazione politica con cui i firmatari non assumono nessun impegno od obbligo giuridico, l’iniziativa ha una valenza strategica sul piano energetico e politico e costituisce un asset di valore per gli obiettivi della transizione energetica nazionale nonché in termini di diversificazione delle linee di approvvigionamento dell’Ue.
A ciò si aggiunge la valenza strategica del progetto nei confronti dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, in particolare Tunisia e Algeria, e per il ruolo di hub energetico dell’Italia.
“È un incontro dal valore storico”, ha commentato il ministro Gilberto Pichetto Fratin. “Oggi siamo qui per suggellare un’intesa che, nello spirito del Piano Mattei del governo italiano e nel segno della cooperazione europea e con i nostri amici vicini, rafforza i legami tra le due sponde del Mediterraneo”. Il ministro ha assicurato che “il Corridoio è in gran parte già pronto. Poi, se vogliamo, possiamo aggiungere anche la pipeline con la Libia, una pipeline da 13 miliardi e mezzo di metri cubi di gas”.
“L’Italia lavora agli obiettivi di decarbonizzazione e indipendenza energetica in modo concreto e pragmatico, perseguendo un mix energetico in cui siano adeguatamente sviluppate fonti rinnovabili, idrogeno ed energia nucleare”, ha sottolineato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, aggiungendo che con l’intesa di oggi “aggiungiamo un ulteriore tassello alla nostra strategia energetica”, rafforzando “ulteriormente il ruolo del nostro Paese quale ‘hub’ europeo dell’energia”.
“È un progetto chiave che aiuterà l’Italia a diventare un gateway energetico per l’Europa grazie alla collaborazione con i Paesi al di qua e al di la’ del Mediterraneo”, ha evidenziato Stefano Venier, amministratore delegato di Snam.