• 13 Novembre 2024 3:50

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Italia, nuova alleanza in Europa contro le regole sulle emissioni

Nov 10, 2024

L’Italia insiste affinché l’Unione Europea la revisione del divieto di vendita delle auto a motore termico, attualmente previsto nel 2035. L’incontro, programmato per il 2026, costituisce una tappa cruciale nella rivoluzione della mobilità di qui in futuro. Ridiscutere del bando il prima possibile, già nel2025, permetterebbe di dare delle sicurezze ai player della filiera, al momento trattenuti negli investimenti dalle incertezze politiche.

Il recente trionfo di Donald Trump su Kamala Harris negli Stati Uniti è poi visto come un fattore potenzialmente in grado di influire sull’economia continentale. E, secondo l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, le difficoltà geopolitiche impongono un intervento immediato. Così, insieme alla Repubblica Ceca, sta lavorando a una bozza da presentare a Bruxelles. Nel documento, rivela Bloomberg, le parti esortano gli organi a concedere “un ventaglio di soluzioni più ampio”, che superi i soli elettrico e idrogeno quali alternative a benzina e diesel.

Necessità di un’azione coordinata

“L’industria dell’automobile si trova a un punto decisivo e deve affrontare sfide importanti legate alla produzione, all’occupazione e alla competizione globale, che richiedono un’azione urgente e coordinata a livello europeo”, afferma la bozza italo-ceca. “La competitività dell’industria automobilistica europea deve rimanere un punto cruciale della politica della UE”. La posizione italiana è chiara: il Vecchio Continente deve garantire che il comparto automotive locale non resti indietro rispetto ad altre economie mondiali.

La bozza invita a considerare altre tecnologie. Gli e-fuel potrebbero rivelarsi una valida alternativa. Senza cambiare drasticamente le infrastrutture esistenti, andrebbero a ridurre le emissioni. Fin qui hanno ottenuto poco riscontro tra le Case produttrici, ma ciò dipenderebbe anche dal clima di perenne precarietà in cui grava il settore. Tra le principali realtà interessate ricordiamo i test eseguiti da BMW, secondo cui sarebbe un errore puntare su un’unica tipologia di alimentazione.

Per tale ragione, il listino del Costruttore bavarese lascia alla clientela ampia libertà di scelta. Il vero obiettivo, sottolineato a varie riprese pure dal numero uno di Toyota, consiste nella neutralità carbonica, a prescindere dalle modalità con cui venga raggiunta. Una tesi sposata dall’Italia, favorevole agli e-fuel, ritenuti un’opzione intermedia utile a rendere meno onerosa la transizione.

Gli e-fuel non bastano

Finora la svolta green si è perlopiù concentrata sull’elettrico. Ma nell’ultimo periodo la Commissione Europea ha dato segnali di apertura anche ai carburanti sintetici. “Possono svolgere un ruolo attraverso una modifican mirata del regolamento nell’ambito della revisione prevista”, ha dichiarato la presidente, Ursula von der Leyen.

Nonostante ciò, l’Italia resta insoddisfatta. Nel documento redatto con la Repubblica Ceca, viene evidenziato come l’introduzione degli e-fuel non sia sufficiente a risolvere la crisi. Per tale ragione viene chiesto un pacchetto di incentivi a supporto dell’industria. Non è noto, però, in cosa consistano nello specifico. A ogni modo, Italia e Repubblica Ceca li ritengono fondamentali per la sopravvivenza.

Dell’iniziativa ha fatto cenno il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante un’interrogazione parlamentare. Nella stessa occasione l’onorevole ha ufficializzato il mancato rinnovo dei contributi statali all’acquisto per il prossimo anno: introdotti dalla precedente legislatura, non hanno dato i risultati sperati.

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