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Italia al top nel «produrre» cervelli in Europa (ma continuano a fuggire)

Dic 10, 2020

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Su 327 studiosi premiati con un «Consolidator grant» dell’Erc i nostri connazionali sono 47. Ma solo 17 scelgono il nostro paese. A Iit e Bocconi 2 riconoscimenti a testa

di Eugenio Bruno

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Su 327 studiosi premiati con un «Consolidator grant» dell’Erc i nostri connazionali sono 47. Ma solo 17 scelgono il nostro paese. A Iit e Bocconi 2 riconoscimenti a testa

10 dicembre 2020


3′ di lettura

L’Italia si conferma un paese di santi, poeti, navigatori e ricercatori. Ma, almeno per questi ultimi, l’estero rimane la prima opzione. A dirlo sono gli ultimi dati diffusi dall’European research center (Erc): su 327 vincitori dei finanziamenti “Consolidator grant” da 655 milioni ben 47 sono italiani, così da posizionarci al primo posto per nazionalità; peccato che solo 17 scelgono la penisola per le loro ricerche e, dunque, precipitiamo al nono posto per attrattività dei nostri laboratori. Degno di nota il risultato dell’Iit di Genova che vede due dei suoi scienziati (Barbara Mazzolai e Andrea Toma ) nella lista dei premiati. Doppio è anche il riconoscimento che si porta a casa l’università Bocconi di Milano.

La fuga di cervelli non si arresta

I risultati del Consolidator grant dell’Erc – riservati agli studiosi che hanno almeno 7 anni di attività dopo il dottorato e vogliono consolidare i loro studi – ci dicono che, anche in tempi di pandemia globale, la fuga di cervelli non si arresta. Su 655 milioni di euro distribuiti dall’European research center tra 327 ricercatori in tutta Europa (di 39 nazionalità diverse) l’Italia ne ottiene 47. Posizionandosi davanti a nazionalità solitamente più rappresentate come i tedeschi e i francesi, i quali però si confermano i Paesi con un maggiore numero di ricercatori ospitati al loro interno (50 in Germania, 34 in Francia). Il nostro paese si colloca infatti al nono posto per numero di studiosi ospitati nei suoi laboratori, con soli 17 ricercatori distribuiti 14 istituti ospitanti, tra cui l’Istituto italiano di tecnologia, che – come detto – si aggiudica 2 nuovi Consolidator grants.

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I progetti di ricerca dell’Iit

Con le due “superborse” intercettate ieri il portafoglio di progetti Erc dell’Iit di Genova ottenuti a partire dal 2009 arriva a un totale di 48. Se li sono aggiudicati 38 ricercatori, di cui 15 donne. Gli ultimi due premiati, Barbara Mazzolai e Andrea Toma, riceveranno un finanziamento di circa 2 milioni di euro per i prossimi 5 anni. Entrambi vogliono contribuire alla salvaguardia dell’ambiente in risposta ai cambiamenti climatici. Mazzolai – a suo tempo coordinatrice del progetto che ha dato vita al primo robot pianta al mondo (il Plantoide) – punta ora a implementare la wood wide web, ovvero rete micorrizica: è una rete di comunicazione e di recupero delle sostanze nutritive presente tra le radici, in cui i funghi giocano un ruolo chiave. Toma, invece, scommette su una nuova tecnologia in grado di sfruttare la fotocatalisi per generare energia rinnovabile a partire dalla scissione dell’acqua. E aprire, si spera, nuove prospettive nella produzione di idrogeno.

Il doppio riconoscimento alla Bocconi

Anche la Bocconi si aggiudica due Consolidator grant e arriva così a 39 riconoscimenti dal 2007. I vincitori sono Alessia Melegaro e Francesco Decarolis che hanno visto premiato, rispettivamente, un progetto di ricerca che si occupa del rapporto tra comportamenti umani, adesione ai vaccini e diffusione dei virus, e un altro di aspetti concorrenziali delle piattaforme digitali. Per la soddisfazione del rettore, Gianmario Verona: «Il grant di Decarolis premia la ricerca economica sull’antitrust in ambiente digitale, quello di Melegaro la ricerca epidemiologica, così centrale nella lotta al Covid-19. I due finanziamenti – aggiunge – vanno ad aggiungersi al recente Erc Grant di Dirk Hovy, che andava a riconoscere l’eccellenza della ricerca in computer science. Inoltre, entrambi i progetti indagano anche temi comportamentali utilizzando metodologie di analisi dei dati e di machine learning – due aspetti sempre più al centro dell’agenda scientifica della Bocconi».

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