MILANO – Trimestre con il segno meno per il mercato del lavoro italiano. Nel primo quarto dell’anno, secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, il numero di persone occupate è sceso di 101 mila unità (-0,4%) rispetto al trimestre precedente. L’istituto spiega che alla crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+50 mila, +0,3%) si contrappone la diminuzione di quelli a termine (-123 mila, -4,1%) e quella degli indipendenti (-28 mila, -0,5%). Il tasso di occupazione è pari al 58,8%, in diminuzione di 0,2 punti rispetto al quarto trimestre 2019. Le dinamiche del mercato del lavoro nel primo trimestre risentono, a partire dall’ultima settimana di febbraio, “delle forti perturbazioni indotte dall’emergenza sanitaria”. Su base tendenziale, rallenta la crescita del numero di occupati, +52 mila rispetto al primo trimestre 2019 (+0,2%).
Nel primo trimestre 2020, l’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, registra poi una forte diminuzione sia rispetto al trimestre precedente (-7,5%), sia rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-7,7%). Secondo l’Istat tali dinamiche “risultano coerenti con la fase di eccezionale caduta dell’attività economica che, nell’ultimo trimestre, ha risentito degli effetti della crisi sanitaria, con una flessione del Pil pari a -5,3% in termini congiunturali”.
Tornano ad aumentare a ritmo sostenuto gli inattivi (+290 mila in un anno, +2,2%) e il tasso sale di 0,9 punti al 35,3%. “L’emergenza sanitaria che ha avuto inizio nel trimestre ha condizionato fortemente la ricerca di lavoro”, spiega l’Istat. Si interrompe dunque il calo degli scoraggiati (-0,1% in un anno), dopo 20 trimestri di cali e in circa sette casi su 10 l’intervistato specifica di non aver cercato lavoro per motivi riconducibili all’emergenza sanitaria.