• 20 Ottobre 2024 21:25

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Istat. Italia di single, con una lunga vita davanti. Siamo tra i paesi più vecchi del mondo

Dic 28, 2017

ROMA. L’Italia? Un paese di single, poco interessati alla politica ma destinati ad una vita lunga, siamo infatti una delle nazioni più vecchie al mondo dove i matrimoni sono in ripresa. A fotografare come cambia il nostro paese è l’annuario Istat che racconta come nel 2016 siano nati 12.342 bambini in meno rispetto all’anno prima, da madri sempre più adulte, In media si hanno 1,35 figli per donna, contando però che ad alzare il livello sono le giovani mamme straniere. A livello internazionale, l’Italia si trova al sesto posto per fecondità più bassa nella classifica europea: all’ultimo posto c’è il Portogallo con 1,31 figli in media, mentre la Francia, con 1,96 figli in media per donna, è il Paese più prolifico. Per quanto riguarda la speranza di vita alla nascita (vita media), dopo la battuta d’arresto dell’anno scorso, riprende a crescere e passa da 80,1 anni a 80,6 anni per i maschi e da 84,6 a 85,1 per le femmine.


Popolazione in calo. Al 31 dicembre 2016, la popolazione residente in Italia era pari a 60.589.445 unità (29.445.741 maschi e 31.143.704 femmine), oltre 76 mila unità in meno rispetto all’inizio dell’anno. A livello territoriale il Sud e le Isole sono la ripartizione con il maggiore decremento annuo (-0,3 per cento); come nell’anno precedente il maggior numero di residenti, il 26,6 per cento del totale, si trova al Nord-ovest (16.103.882 unità). Aumentano le famiglie composte da una sola persona (da 20,5 a 31,6%), ormai una su tre, e si riducono quelle di cinque o più componenti (da 8,1 a 5,4%).

Matrimoni e divorzi in crescita. I matrimoni passano dai 189.765 del 2014 ai 194.377 del 2015 (oltre 4.600 eventi in più); cresce di conseguenza anche il quoziente di nuzialità che dal 3,1 passa al 3,2 per mille con un picco del 3,8 per mille nelle Isole. Ad aumentare però in misura marcata sono i divorzi che da 52.355 nel 2014 diventano 82.469 nel 2015. E’ quanto rileva l’Istat nell’Annuario statistico italiano 2017, presentato oggi. L’incremento dei divorzi è così consistente a causa dell’entrata in vigore a metà 2015 del “divorzio breve”

Politica e impegno. La partecipazione politica dei cittadini, diretta e indiretta, è da tempo in calo: soltanto il 4,3% delle persone di 14 anni e più ha partecipato a cortei e appena lo 0,8% ha svolto attività gratuita per un partito. Una quota considerevolmente più ampia della popolazione, anch’essa però in calo rispetto al 2015, partecipa in modo indiretto mentre uno su quattro non si informao mai di politica.


Vivere nelle grandi città costa caro. La conferma arriva dall’Annuario dell’Istat. “Le famiglie residenti nei comuni centro dell’area metropolitana spendono in media 2.899,21 euro”, ovvero “491 euro in più” a confronto con i comuni fino a 50 mila abitanti (2.407,82 euro). Insomma nel 2016 lo scarto, calcolato in esborso medio mensile, tra le famiglie dei centri urbani maggiori e quelle dei municipi medio-piccoli è di quasi 500 euro (+20,4%).

Stranieri. Al 1° gennaio 2017 la popolazione straniera residente era pari a 5.047.028 unità, l’8,3 per cento del totale dei residenti, più 0,4%. Anche la distribuzione in base all’area di provenienza ricalca quella dell’anno precedente: la maggior parte dei cittadini stranieri residenti in Italia è dell’Ue (30,5 per cento della popolazione straniera residente); seguono quelli dell’Europa centro-orientale (21,0 per cento) e dell’Africa settentrionale (12,9 per cento). È solo nel Nord-est che la percentuale più elevata di cittadini stranieri (il 28,6 per cento) proviene dall’Europa centro-orientale.

Povertà e famiglie. – In Italia nel 2016 le famiglie in condizione di povertà assoluta sono 1,6 milioni, per un totale di 4 milioni e 742.000 persone, il 7,9% della popolazione. Rispetto all’anno scorso, le famiglie che vedono peggiorare le loro condizioni sono quelle numerose, soprattutto coppie con 3 o più figli minori (da 18,3% del 2015 a 26,8% del 2016). E sono proprio i più giovani a pagare il conto più salato della crisi: l’incidenza di povertà assoluta è più elevata fra i minori (12,5%) e interessa oltre un milione e 292.000 ragazzi, mentre si attesta al 10% fra le persone di età compresa fra i 18 e i 34 anni e raggiunge il suo minimo fra gli over 64 (3,8%). Degli oltre 4,7 milioni di poveri, più di due milioni risiedono nel Mezzogiorno (con un’incidenza del 9,8%) e due milioni e 458.000 sono donne (7,9%). Il dato cambia a seconda del titolo di studio: a presenta il valore minimo, pari al 4%, per le famiglie in cui la persona di riferimento ha ottenuto almeno il diploma, mentre sale all’8,2% per chi ha al massimo la licenza elementare.

Sanita e assistenza. Cresce il numero di posti letto nelle strutture di assistenza residenziale (4,4% in più dal 2013 al 2015), mentre si riducono i posti letto ospedalieri, soprattutto quelli in regime per acuti. Permangono le differenze della rete d’offerta ospedaliera tra le regioni: i posti letto ordinari per mille abitanti restano superiori al nord rispetto al mezzogiorno.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close