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Istat, deficit in calo ma sale la pressione fiscale

Ott 4, 2019

MILANO – Rapporto tra deficit e Pil in calo ma pressione fiscale in aumento. Secondo l’Istat, nel secondo trimestre 2019 l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari all’1,1%, migliorando di 0,2 punti rispetto all’1,3% dello stesso trimestre del 2018. Complessivamente, nei primi due trimestri del 2019, il rapporto tra indebitamento e reddito nazionale (che ha una natura stagionale) è risultato pari al 4%, anche qui in calo a confronto con il 4,2% del corrispondente periodo dell’anno prima. Si tratta del dato semestrale migliore dal 2000, ovvero da 19 anni.

Tra i numeri aggiornati dall’Istituto c’è anche la pressione fiscale, che è stata nel secondo trimestre pari al 40,5%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

“L’incidenza del deficit del conto delle Amministrazioni pubbliche sul Pil è diminuita rispetto al corrispondente trimestre del 2018, grazie a una dinamica delle uscite meno accentuata di quella delle entrate (con incrementi rispettivamente del 2,0% e del 2,5%)”, commenta l’Istituto nella sua nota. “Il reddito disponibile delle famiglie ha segnato, dopo il calo della seconda parte dello scorso anno, un progressivo recupero, che grazie alla dinamica quasi nulla dei prezzi al consumo, si è trasferito in crescita del potere d’acquisto, con un’accelerazione nel secondo trimestre. La risalita del reddito si è tradotta solo in parte in maggiori consumi, mentre è aumentata la propensione al risparmio”.

Nel dettaglio, infatti, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,9% rispetto al trimestre precedente, sia in termini nominali sia in termini reali. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari all’8,9%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. “E’ solo un effetto ottico. La crescita del potere d’acquisto dipende solo dal rallentamento dei prezzi. Purtroppo il dato significativo e preoccupante è che i consumi finali sono sempre al palo: salgono di un misero +0,1% sul trimestre precedente” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

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Attesi ora i dati trimestrali di contabilità nazionale, che secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo dovrebbero portare una revisione al ribasso di un decimo sul tasso di crescita tendenziale (che per l’anno 2018 è ora visto a 0,8% da 0,9% precedente). “Il dettaglio per componenti – spiegano gli economisti nel loro report mattutino – dovrebbe vedere una revisione al ribasso per Investimenti in mezzi di trasporto e esportazioni e al rialzo per l’import, i consumi e le altre tipologie di investimenti”.

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