AGI – In Italia nel 2022 si sono registrati 106 femminicidi presunti, l’84,1% dei 126 omicidi con una vittima donna. È quanto emerge dall’ultimo report dell’Istat che parla di “dato in linea con quanto rilevato negli ultimi tre anni” sulla base delle informazioni disposnibili su relazione tra vittima e autore, movente e ambito dell’omicidio.
Nel dettaglio, sono 61 le donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner; sono 43 le donne uccise da un altro parente; è soltanto una la donna uccisa da un conoscente con movente passionale ed è una la donna uccisa da sconosciuti, nell’ambito della criminalità organizzata.
Tra le restanti 20 vittime donne, due sono state uccise da conoscenti uomini con moventi diversi: la rapina per una e la follia per l’altra. Quindici sono state uccise da sconosciuti (14 uomini e una donna), con diversi motivi, come la follia (nove casi), gli interessi economici (quattro, incluse tre vittime di rapina) e due per altri moventi, più altre tre donne con autore non identificato.
Secondo lo “Statistical framework for measuring the gender-related killing of women and girls” adottato dall’Onu le variabili necessarie per identificare un femminicidio sono molte e riguardano la vittima, l’autore e il contesto della violenza.
“Sinteticamente – spiegano i ricercatori dell’Istat – dal punto di vista statistico nella definizione afferiscono tre tipologie di gender-related killing: gli omicidi di donne da parte del partner; gli omicidi di donne da parte di un altro parente; gli omicidi di donne da parte di un’altra persona, sia conosciuta sia sconosciuta, che però avvenga attraverso un modus operandi o in un contesto legato alla motivazione di genere”.
Tra queste “vi sono informazioni riferite a specifiche condizioni, in base alle quali occorre sapere se la vittima ha subito altre violenze in precedenza da parte dell’autore dell’omicidio; se ha subito forme di sfruttamento illecito (ad esempio tratta di persone, lavoro forzato, schiavitù, criminalità organizzata); se si trovava in una situazione in cui è stata rapita o privata illegalmente della sua libertà; se lavorava nell’industria del sesso; se vi è stata una violenza sessuale contro la vittima prima e/o dopo l’uccisione; se vi era una differenza di posizione gerarchica tra la vittima e l’autore; se il corpo della vittima ha subito mutilazioni; se il corpo è stato abbandonato in uno spazio pubblico; se la motivazione dell’omicidio costituiva un crimine d’odio di genere (cioè se vi era un pregiudizio specifico nei confronti delle donne da parte degli autori)”.
L’età media di tutte le vittime di omicidio registrate nell’anno 2022 risulta di 45,1 anni per i maschi, mentre per le donne è più elevata e pari a 55,1 anni. Le vittime straniere, che costituiscono il 22,4% delle vittime, sono mediamente più giovani, e la loro età media risulta di 36,1 anni per gli uomini e di 46,8 anni per le donne.
Per i maschi il rischio maggiore coincide con le età giovanili (18-24 e 25-34) o appena mature (35-44), mentre il rischio per le donne continua a crescere al progredire dell’età ed è massimo per le fasce più anziane.
“Quest’ultimo aspetto – si legge nel report – può essere almeno parzialmente spiegato con la presenza di un elevato numero di donne che vengono uccise, in età molto avanzata, da persone loro legate (in genere i partner), con il fine dichiarato di porre fine a diverse tipologie di situazioni critiche”.
Per 37 dei 322 omicidi commessi nell’anno 2022 (l’11,5%), non è stato ancora possibile individuare un autore presunto: si tratta solo in minima parte (tre casi) di omicidi con vittime donne, peculiarità spiegabile col fatto che la probabilità di scoprire l’autore dell’omicidio è molto più alta nel caso di vittime femminili, verificandosi tali delitti per lo più in ambito familiare e di coppia. Nei 285 casi residui l’autore è quasi sempre un uomo, cui sono attribuiti il 93,7% degli omicidi, contro il 6,3% di quelli commessi da donne.