• 20 Settembre 2024 0:12

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

iPhone 10 anni, così ci ha cambiato la vita – La Repubblica

Gen 6, 2017

Lo schermo tattile

C’era chi, alla Nokia e a BlackBerry, lo derideva: “In pochi rinunceranno alla testiera del telefono”, dicevano in quel 2007. A dieci anni di distanza, con un miliardo di iPhone venduti, la storia sembra essere andata in un’altra direzione. A tal punto che chi è nato dopo il 2007 davanti a qualsiasi schermo, compreso quello televisivo, resta stupito se non risponde al tatto. E’ diventato il linguaggio universale usato dall’umanità per interagire con la tecnologia. Che ormai è sinonimo di smartphone. L’iPhone e i suoi fratelli sono diventati il primo vero computer di massa. Con una differenza importante: nessun computer è mai riuscito ad affondare le sue radici tanto profondamente nelle nostre vite. Lo specchio dell’anima, quello che riflette le nostre esistenze. E non importa in quale parte del mondo abitiamo. Solo nel 2016 ne sono stati venduti oltre un miliardo e mezzo

Le mappe

Steve Jobs durante la presentazione dell’iPhone, guardando la mappa sull’app AroundMe, toccò l’icona di una caffetteria poco distante per chiamarla e ordinare quattromila caffè per i presenti. In quel siparietto c’era la nascita di un universo di servizi che vengono distribuiti sullo smartphone usando la nostra posizione. Uber, tanto per fare un esempio, non sarebbe nata se non ci fosse stato l’iPhone e i suoi fratelli con il loro gps. Perdersi ormai è diventato un atto volontario e di rottura con il digitale. Come decidere di uscire da Facebook. Fra le dieci app più usate nel mondo, le mappe sono quasi sempre al quinto posto. Ma al di là dell’uso che ne facciamo, è quel che comportano è l’aspetto fondamentale. Tutta la pubblicità di prossima generazione si basa sulla nostra posizione e su questo social network emergenti come Snapchat stanno costruendo una scienza sempre più esatta.

La musica

iTunes, il servizio di acquisto di brani in mp3 della Apple, comparve per la prima volta su un cellulare della Motorola che piacque davvero poco e presto finì nel dimenticatoio. Esordio claudicante della musica su mobile, che spinse Steve Jobs a pensare a qualcosa che unisse le potenzialità di un iPod con quelle di un telefono. Con l’iPhone la musica è diventata fenomeno planetario fornendo una colonna sonora alla nostra vita ovunque andiamo. Non se ne è mai consumata così tanta e servizi streaming come Spotify, che di fatto hanno ridimensionato fortemente il peso dello stesso iTunes, in diversi Paesi occidentali sono fra i primi cinque più usati in assoluto su smartphone. Oggi il 68 per cento di chi ha uno telefono con schermo tattile, parliamo di circa un miliardo e mezzo di persone, ascolta così i suoi brani preferiti. In particolare i servizi a pagamento, iniziando da Spotify, rappresentano il 76 per cento del business delle etichette discografiche su mobile. Diventerà il 95 nei prossimi cinque anni.

Le app

Nessuno pensava che avrebbero avuto tanto successo. Nemmeno alla Apple. Per iPhone esistono oltre 2,2 milioni di app e dal 2008 ad ogni ne sono state scaricate nel mondo 140 miliardi. Quello stesso anno è nato anche Android di Google, che ha imitato di fatto quanto inventato da Apple. Il risultato? Un tempo c’erano i programmi per computer, oggi ci sono le app. Universo volatile fatto di successi improvvisi e fenomeni momentanei. Angry Birds, Candy Crush, Ruzzle, Pokémon Go. Centinaia di milioni di giochi scaricati, tormentoni capaci di contagiare il mondo intero in una manciata di settimane. Ma sui nostri telefoni le app che poi davvero usiamo sempre, ne abbiamo circa trenta a testa di media, sono solo cinque. La prima? Facebook. Da sola assorbe oltre il 40 per cento del tempo che si spende dentro le app. La seconda invece è WhatsApp: per un miliardo di noi, la rete di relazioni sociali è un’icona verde sul nostro smartphone.

Il web

Il mondo, ad un certo punto, lo abbiamo messo in tasca. E quando ci si lamenta di quanto l’accesso al web in Italia sia relativamente poco diffuso rispetto ad altri Paesi europei, bisognerebbe anche ricordarsi che senza l’iPhone e gli smartphone sarebbe ancora più basso. Il 56 per cento di chi naviga in Rete nel mondo lo fa da mobile e per molti il primo contatto con il Web è avvenuto proprio attraverso uno schermo tattile. Non è più la Rete fatta di navigazioni notturne in cerca di siti interessanti. Il Web in versione mobile è una nonna che comunica con il nipote via WhatsApp, la condivisione di foto, il controllare di continuo le mail. Ma non solo. Il traffico dati da smartphone, che ha superato quello da computer, è cresciuto di quattromila volte da quando è uscito l’iPhone. Entro tre anni, quattro quinti del traffico dati mondiale sarà appannaggio degli smartphone. E oltre la metà di questi dati è rappresentato dai video.

Le foto

Il primo telefono con una macchina fotografica integrata è il Samsung V200 uscito nel 2000. La preistoria: aveva una risoluzione di 0,3 megapixel. Diciassette anni dopo il 79 per cento delle foto scattate nel mondo vengono da uno smartphone, il primo dei quali è stato l’iPhone. Non abbiamo mai fotografato così tanto. Nel 1990 scattavamo 80 milioni di fotografie l’anno, adesso siamo passati a 2,5 trilioni. E la più popolare in assoluto è il selfie, scatto fatto con la fotocamera frontale del telefono. Prodotto iconico dell’era dell’iPhone e dei social network che si è affermato assieme ad altri generi divenuti fenomeno planetario. Fra i dieci soggetti più fotografati (e condivisi) su Instagram, c’è anche il cibo, le immagini catturate inquadrando le nuvole oltre il finestrino di un aereo, i piedi immersi nella sabbia di una spiaggia, l’immancabile animale domestico. Prima degli smartphone infatti, e prima di YouTube, l’unico modo per vedere tanti gatti era andare a casa di una nonnina bisognosa di dispensare affetto.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close