stato vaticano
di Carlo Marroni
10 agosto 2019

3′ di lettura
Cambia dopo quasi 30 anni lo statuto dello Ior, la banca vaticana. Il nuovo statuto, varato con documento autografo da Papa Francesco, conferisce maggiori poteri al direttore, che diventa “generale” e può essere nominato a tempo indeterminato, ma deve andare tassativamente in pensione a 70 anni, per evitare proroghe infine come accaduto in passato.
Si rafforza anche la figura del prelato, il monsignore che si configura come l’anello di congiunzione tra la Commissione cardinalizia – in sostanza l’organo che rappresenta l’azionista, cioè la Santa sede – e il consiglio di Sovrintendenza, il cda laico con membri esperti di finanza e diritto.
«Il rinnovo degli Statuti dello Ior rappresenta un passo importante nel processo di adeguamento ai migliori standard internazionali ma anche e soprattutto di rinnovata fedeltà alla missione originaria dell’Istituto per le opere di religione» afferma Andrea Tornielli, direttore editoriale della Santa sede, in un editoriale sull’organo ufficiale “Vatican news”.
Cresce la figura del prelato
Una delle più significative novità nel nuovo statuto è quindi la definizione del ruolo del prelato, figura chiave nel tenere contatti con ogni componente dell’Istituto e dunque garantire la circolazione delle informazioni e la cura delle relazioni. Il prelato infatti ora «mantiene scambi costanti con amministratori e dipendenti» oltre a «promuovere la dimensione etica del loro operato» oltre che custodire «l’archivio della Commissione cardinalizia».
La carica non potrà più rimanere vacante, come accaduto in passato. Inoltre si rimarca la peculiarità dello Ior e del suo essere sottomesso alle norme canoniche, come pure il suo essere inquadrato nel rinnovato contesto legislativo vaticano voluto da Benedetto XVI e completato da Francesco in materia di transazioni finanziarie, trasparenza, antiriciclaggio.