• 28 Dicembre 2025 16:12

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Invasione auto cinesi in Europa, c’è un buco normativo che potrebbe essere pericoloso

Dic 28, 2025

In Europa si continua a discutere per quanto concerne la situazione auto. I produttori del territorio versano tutti, chi più chi meno, in gravi difficoltà e l’offensiva cinese comincia a pesare sulle vendite. Negli ultimi anni il mercato asiatico è cresciuto tantissimo. Le auto prodotte dal Paese del Dragone sono diventate tecnologicamente sempre più raffinate e anche a livello di design hanno fatto un notevole passo in avanti. La produzione in massa di queste vetture ha costretto l’Ue a rivedere alcuni regolamenti, ma a quanto pare esistono ancora delle falle. In particolare ci sarebbe un vuoto normativo che permetterebbe l’ingresso di veicoli cinesi di piccoli marchi attraverso l’omologazione individuale (Individual Vehicle Approval – IVA). Questa procedura, pensata per esemplari unici e prototipi non è paragonabile a quella rigorosa utilizzata dall’Ue su sicurezza, emissioni e Co2.

Questa situazione è emersa in un’inchiesta pubblicata sul supplemento motori della Stampa. A quanto pare, mentre i colossi cinesi del settore come BYD, Geely, Chery e MG operano con le omologazioni complete, alcuni importatori, che spesso operano in Germania, Polonia o Repubblica Ceca, sfruttano questa scappatoia per inserire modelli di brand minori con motori endotermici o ibridi, superando di fatto i controlli standard.

Cosa succede

Addirittura le auto con motori a benzina da 1.500 cc, spesso, vengono immatricolate come “pezzi unici” e poi rivendute in altri Paesi Ue, inclusa anche l’Italia, senza alcuna rete di assistenza, senza garanzie e prive di ricambi. Il fenomeno naturalmente crea concorrenza sleale per i produttori europei, che invece devono investire ingenti somme per rispettare le stringenti norme europee. Inoltre questa situazione rischia di penalizzare anche quei marchi cinesi, che invece da sempre rispettano le regole.

La vendita di queste vetture diventa inoltre un danno anche per i consumatori visto che si trovano ad acquistare auto senza supporto post-vendita e potenzialmente con degli standard che non sono conformi a quelli europei. Inoltre, i dazi Ue sulle elettriche cinesi (sino al 35,3% dal 2024) non vanno a colpire i modelli endotermici o ibridi. Questo favorisce uno shift verso queste alimentazioni. Mentre la Commissione europea rivede la deadline per i motori endotermici, precedentemente fissata per il 2035, il buco dell’IVA individuale resta e diventa un grosso problema per i produttori.

La situazione

Come si legge anche dalla Stampa, il settore per questo motivo chiede un intervento con una certa urgenza per controlli più severi così da chiudere questa falla e tutelare sia i consumatori che l’industria europea dell’auto che già versa in una condizione non certo brillante. Per ora sono stati promessi accertamenti e sanzioni, ma i tempi di tutto ciò restano incerti.

Intanto in Europa, dagli ultimi rilevamenti del mese di novembre, il mercato è apparso in crescita. I problemi però permangono. Le auto elettriche non spiccano ancora il volo ed ora per i costruttori partirà una fase transitoria molto importante. Con la deadline del 2035 spostata da parte dell’Ue per l’addio ai motori endotermici, bisognerà decidere se proseguire con le BEV così da avere, magari, un vantaggio tecnologico in futuro o tornare indietro ai motori diesel e benzina per guadagnare sull’immediato. L’unica certezza per ora resta l’incertezza.

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