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Intelligenza artificiale in uno studio legale italiano

Mar 2, 2018

Lo studio legale Portolano Cavallo di Milano è il primo in Italia ad aver adottato Luminance, uno dei software di intelligenza artificiale più evoluti del settore. È il segnale che il “machine learning” si sta facendo strada anche negli ambiti meno scontati. In verità nel mondo la cosiddetta “lawtech” è destinata progressivamente ad alleggerire il lavoro legale, con conseguenze sui volumi di occupazione ancora da definire.

Yan Pecoraro, socio di Portolano Cavallo e responsabile dell’integrazione di Luminance nello studio, ha spiegato a Il Sole 24 Ore che solo a distanza di 5 anni sono giunti a questa scelta. Il limite degli attuali software di settore è di essere tendenzialmente in inglese e quindi esigono un periodo più o meno lungo di “educazione” linguistica per “comprendere” i nostri documenti.

luminanceluminance

“Per funzionare in italiano richiedevano una fase di training lunga e complessa, che avrebbe coinvolto sia i nostri professionisti che gli sviluppatori delle software house”, ha commentato Pecoraro.

Poi alla fine la scoperta di Luminance, per altro premiato come “Best Artificial Intelligence Product in Legal” ai CogX AI and Innovation Awards a Londra. Un’applicazione che, a differenza delle altre, per la rielaborazione dei documenti in italiano richiede un minor sforzo e impegno. Di fatto esige l’inserimento dei termini più usati mano a mano che si incontrano. Spesso clausole, recessi, fori esclusivi sono ricorrenti senza variazioni.

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L’applicazione è utile per le verifiche dei dati di bilancio, che nel caso di fusioni e acquisizioni possono arrivare a decine di migliaia di pagine. Non meno importante la catalogazione preliminare, per definire le aree di competenza e fori di riferimento. Oppure la capacità di rilevare anomalie nei documenti e segnalarle. Insomma, un vero e proprio lavoro tedioso e ripetitivo.

“Con Luminance questo tipo di analisi viene fatta in 15-30 minuti in particolare se i documenti sono tutti in inglese o italiano (o in una delle altre lingue conosciute da Luminance), e con un livello di precisione elevato: non il 100% di accuratezza, ma sulla base della nostra esperienza circa l’80-90%”, ha puntualizzato l’avvocato.

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Grazie alla semplice interfaccia si velocizza il lavoro, ma comunque non si può fare a meno di un occhio esperto per la revisione. Come affidare un compito pesante e ripetitivo a praticanti e poi non poter prescindere da un controllo finale.

“In generale nel nostro Paese c’è una certa diffidenza nei confronti di questi software forse perché l’adozione di queste soluzioni innovative richiede una rivisitazione di modalità di lavoro consolidate ormai da anni e magari anche per il timore di perdere opportunità di lavoro. Noi come studio abbiamo una posizione mediana: è un sistema di supporto, rende il servizio più efficiente, ma non elimina la figura dell’avvocato”, ha sottolineato Pecoraro.

In sintesi apertura nei confronti dell’intelligenza artificiale a patto di non dimenticare la centralità del professionista che è l’unico in grado di valutare organicamente la documentazione, e non solo il pacco di carte.

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