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Intel, un anno da ricordare

Dic 31, 2017

Le nuove ossessioni di Intel

La mossa che non ti aspetti

Che Intel, a dispetto di quanto lasci trasparire a volte, non abbia mollato il colpo nel settore dei computer lo dimostra l’annuncio di fine anno di una CPU mobile con grafica AMD integrata. Un progetto che chiaramente nasce per fare concorrenza a Nvidia nel settore dei portatili da gioco, frutto della tecnologia Embedded Multi-Die Interconnect Bridge (EMIB) che permette di assemblare i componenti in stile “mattoncini Lego”. Potete approfondire in questo articolo dedicato.

intel 8th gen cpu discrete graphicsintel 8th gen cpu discrete graphics

“Il nuovo prodotto farà parte della nostra famiglia Intel Core di ottava generazione e metterà insieme un processore Core ad alte prestazioni della serie H, High Bandwidth Memory di seconda generazione (HBM2) e una GPU di terze parti dedicata personalizzata per Intel, creata dal Radeon Technologies Group di AMD, il tutto in un singolo package”, diceva Intel all’annuncio. Non vediamo l’ora di vedere le prestazioni di questo strano processore ibrido, ma questa mossa a sorpresa è certamente tra gli annunci del 2017 di cui parleremo probabilmente molto il prossimo anno.

Intelligenza artificiale e guida autonoma

Intelligenza artificiale e auto autonome sembrano il nuovo mantra di casa Intel. Le prime avvisaglie arrivarono già nel 2016 con l’acquisto di Nervana Systems, sfociato poi in prodotti come il Neural Network Processor che hanno un unico obiettivo: soddisfare il settore delle IA e soprattutto mettere nel mirino Nvidia, più avanti di Intel nel settore.

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D’altronde nel novembre 2016 titolavamo “Intelligenza Artificiale, la nuova ossessione di Intel” non a caso. L’anno che si sta per concludere tra poche ore è stato molto intenso sotto questo punto di vista in casa Intel. L’azienda ha aperto anche una divisione dedicata, l’Artificial Intelligence Products Group (AIPG). Progetti come la Movidius Neural Compute Stick e la VPU Movidius Myriad X, fino ad arrivare a Loihi, chip neuromorfico che mima il cervello umano, sono tutti passi che vanno nella direzione di rendere Intel protagonista di una rivoluzione che giorno per giorno si fa sempre più concreta.

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Ce n’è però uno che colpisce di più di tutti: l’approdo in azienda dell’ex boss della divisione RTG di AMD, Raja Koduri. Koduri ricoprirà il ruolo di “Intel chief architect, senior vice president” della nuova Core e Visual Computing Group e “general manager” di una nuova iniziativa per la creazione di nuove e avanzate soluzioni di computing, ma soprattutto il nuovo dirigente si occuperà di mettere a punto “soluzioni grafiche dedicate di fascia alta per un’ampia gamma di settori“. Un annuncio arrivato sul finire dell’anno e che per ora non è valutabile, se non ripetendo che si tratta di un’altra mossa di Intel per ricucire il gap Nvidia, che con le proprie GPU sta riscuotendo grande successo nel mondo dell’IA e non solo.

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Sul finire dell’anno il CEO di Intel Brian Krzanich ha dichiarato che “I dati stanno diventando il bene più prezioso per qualsiasi azienda” e ha ragione. Ha anche aggiunto che Intel è in svantaggio in diversi mercati che segneranno il futuro e che dovrà prendersi più rischi. Ha ragione anche su questo. Uno dei settori di cui parla è quello delle auto autonome.

intel autonomous carintel autonomous car

La creazione della divisione Automated Driving Group a fine 2016 sembrava già una buona dimostrazione delle intenzioni di Intel nell’ambito. Quando però l’azienda ha messo sul piatto oltre 15 miliardi di dollari per Mobileye, è apparso chiaro che Intel intende giocare la partita da protagonista. Le partnership con Waymo (Google) e FCA sono solo alcuni dei primi passi concreti. L’azienda ha persino messo su strada i primi veicoli autonomi. Con Mobileye e gli FPGA acquisiti da Altera, Intel ha tutte le carte per giocare un ruolo di primo piano nel nascente settore.

Situazione finanziaria

Anche la situazione finanziaria di Intel riflette, trimestre dopo trimestre, i cambiamenti che l’azienda sta apportando al proprio business. Ecco uno stralcio della news in cui vi presentavamo gli ultimi conti trimestrali: “Con un fatturato di 16,1 miliardi di dollari Intel ha chiuso il terzo trimestre fiscale 2017 in crescita del 2% sullo stesso periodo dello scorso anno, ma soprattutto ha visto aumentare l’utile operativo e quello netto rispettivamente del 15% e del 34%, a 5,1 e 4,5 miliardi di dollari”.

“A permettere all’azienda di battere le proprie stime non è stato il business dei microprocessori per computer, piuttosto la crescita in altri settori quali FPGA, memoria NAND, Internet of Things e datacenter. Con questi risultati la casa di Santa Clara mira a chiudere un anno record, con un fatturato di 62 miliardi di dollari (+700 milioni sul 2016)”.

L’anno record potrebbe quindi arrivare senza l’apporto (come in passato) del settore dei microprocessori, almeno non quelli desktop o mobile. L’azienda, come abbiamo già detto, ha messo il settore dei datacenter – e quindi i processori dedicati – in primo piano. FPGA, memorie NAND e altri settori sono tutti legati e funzionali all’impegno di Intel in nuovi mercati, dall’intelligenza artificiale alla guida autonoma. Come tali sono in crescita, chi più chi meno, e peseranno sempre di più nel fatturato, ma questo avverrà solo con il passare del tempo.

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Tiriamo le somme

In apertura abbiamo scritto che per Intel si è trattato di un “anno interlocutorio” e lo ripetiamo. L’azienda rimane tra i grandi leader dell’industria tecnologica, ma si trova in un momento in cui è attaccata dalla rinnovata concorrenza nei settori tradizionali e si presenta, quasi da outsider, in ambiti che segneranno l’intero futuro dell’umanità intera.

Intel ha tutte le carte in regola per rimanere l’azienda rilevante che è oggi, ma come ha scritto il CEO Krzanich ai propri dipendenti, per farlo dovrà rischiare, ritrovare quello spirito da “underdog”, ossia da sfavorita, che molte volte permette di azzardare nuove strade, portando vere rivoluzioni. Per questo il 2017 di Intel è per noi un anno da 7,5 / 10, un punto in meno rispetto ad AMD e Nvidia.

Intel avrebbe potuto e dovuto far meglio nell’affrontare la minaccia Ryzen, trattata forse con un po’ di sufficienza, come se quasi non se l’aspettasse. Ma tutto sommato Intel rimane competitiva e ha gettato le basi per l’espansione in importanti nuovi settori. Non vediamo l’ora quindi che cos’ha in serbo il 2018 per Intel e l’industria tutta. E con questo ultimo articolo, vi facciamo gli auguri di un nuovo e sereno 2018!

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