caos sussidi
Dopo i disservizi dell’1 aprile, l’Istituto di previdenza corre ai ripari frazionando gli accessi tra patronati, professionisti e privati cittadini
2 aprile 2020
3′ di lettura
Dal 2 aprile l’accesso ai servizi telematici dell’Inps è contingentato in base ai seguenti orari giornalieri: dalle ore 8 alle ore 16 i servizi saranno disponibili per Patronati e Intermediari abilitati, che potranno operare secondo le consuete modalità di accesso; dalle ore 16 alle ore 8 i servizi saranno disponibili per i cittadini, che potranno operare utilizzando le credenziali di accesso attualmente disponibili. Come anticipato mercoledì dal presidente Pasquale Tridico, la comunicazione figura sul sito dell’Inps che al momento ha ripreso la consueta funzionalità sia per la richiesta di bonus 600 euro per gli autonomi e partite Iva, sia per i congedi parentali e voucher baby-sitter. Mercoledì, per la mole di accessi, il sito è andato in tilt dalla mattina ed è stato inutilizzabile per tutta la giornata.
Bonetti: «Ora tutto deve funzionare, poi valuteremo le responsabilità»
«Tutto deve funzionare al meglio e dove non funziona dobbiamo correggere il prima possibile. Oggi al presidente Tridico, alla struttura e al governo spetta dare una risposta al problema. Poi ci sarà un momento in cui risponderemo del nostro agire, perchè se si esercita una responsabilità a nome del Paese arriverà un momento in cui renderemo conto delle cose. Oggi vanno risolti i problemi». Si è espressa così, a proposito del caos, il ministro per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti.
Erogazioni in 15 giorni
Dall’Istituto arrivano rassicurazioni anche per quanto riguarda i tempi di erogazione. «Velocizzeremo al massimo l’iter. Non aspetteremo di ricevere tutte le domande prima di procedere alla liquidazione, ma partiremo prima. Con i tempi di bancabilità penso serviranno una quindicina di giorni». Lo afferma la direttrice generale dell’Inps, Gabriella Di Michele, in un’intervista al Corriere della Sera. In merito al tilt del sito dell’Inps, «c’erano problemi, è vero. Le domande per l’indennizzo da 600 euro viaggiavano a rilento, ma prima dell’attacco hacker, che è partito verso le 11 di mattina, ne avevamo raccolte già circa 350mila. Poi siamo stati costretti a bloccare tutto», racconta Di Michele. «Le autorità competenti stanno indagando. Negli ultimi giorni abbiamo subito diversi attacchi informatici: è come se da diversi punti del pianeta partissero contemporaneamente milioni di domande. Tutto l’Inps sta lavorando al massimo e abbiamo anche preparato la struttura informatica sapendo che ci sarebbe stato questo assalto. Certo non potevamo pensare che ci fosse qualcuno che mirasse alla destabilizzazione del funzionamento di Inps», prosegue De Micheli, che evidenzia: «Paghiamo anche il taglio di 250 milioni deciso con l’ultima manovra relativo alle spese di funzionamento. Questo significa che non possiamo fare tutti i necessari investimenti sulla infrastruttura informatica. Ora, in questa emergenza, stiamo cercando di sollecitare un emendamento al decreto Cura Italia per riavere la disponibilità di almeno questi 250 milioni – spiega la dirigente – e intanto proprio oggi abbiamo deliberato l’assunzione di 165 ingegneri informatici, ma prima dovremo fare i concorsi».
Ancora disservizi
Fino alle prime ore del 2 aprile, il sito Inps registrava malfunzionamenti dovuti al troppo alto numero di accessi. Impostando l’indirizzo della homepage appariva il messaggio di errore «impossibile raggiungere il sito». Oppure apparivano tre voci riconducibili al Decreto Cura Italia (Indennità 600 euro, Bonus baby sitting e Congedi Covid-19) ma cliccandoci sopra era di nuovo messaggio di errore.
Il caos dell’esordio
Qualcosa di diverso rispetto a quanto accaduto nella prima giornata di richiesta sussidi, quando ai malcapitati utenti poteva addirittura capitare di accedere al profilo riservato di altri utenti, alla faccia della privacy. Non è un caso se lo stesso Garante della privacy è intervenuto nella discussione nel pomeriggio di mercoledì. Il grave disservizio, secondo il presidente dell’Istituto di previdenza Pasquale Tridico, sarebbe dipeso da attacchi hacker. Una lettura che lascia più di qualche dubbio.