AGI – I cellulari di Sharon Verzeni e del compagno, entrambi sequestrati, saranno analizzati dai carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo alla ricerca di elementi utili alla ricostruzione delle abitudini e contatto della donna, morta dopo essere stata aggredita nella notte tra lunedì e martedì a Terno d’Isola. La casa della coppia è stata messa sotto sequestro così come un auto.
È durata meno di 24 ore la sospensione del conferimento dei rifiuti a Terno d’Isola, dove l’altra notte è stata accoltellata a morte la 33enne Sharon Verzeni. Il provvedimento adottato dall’amministrazione comunale su richiesta della procura di Bergamo era mirato alla ricerca dell’arma del delitto, un coltello, utilizzato per colpire la donna o altri elementi di cui si potrebbe essere disfatto l’omicida. “Abbiamo ultimato tutti gli accertamenti che ritenevano necessari”, si è limitato a precisare il tenente colonnello Riccardo Ponzone, comandante del reparto operativo dei carabinieri di Bergamo.
Indagini a tutto campo
Indagini a tutto campo sulla morte di Sharon Verzeni, la giovane donna uccisa a Terno d’Isola mentre passeggiava da sola in via Castegnate poco dopo la mezzanotte del 30 luglio. I carabinieri di Bergamo hanno ascoltato e continueranno a farlo nelle prossime ore le persone che possono riferire informazioni utili, tra cui amici, parenti e conoscenti e “probabilmente” per una seconda volta, spiega una fonte all’AGI, verrà sentito Sergio Ruocco, il fidanzato elettricista della vittima. Agli inquirenti ha detto di essere in casa quando la sua compagna e’ stata uccisa e di essersi preoccupato perche’ non tornava anche se aveva l’abitudine di passeggiare anche in tarda serata. Non sarebbero emersi indizi nei suoi confronti, perlomeno non tali da ipotizzare un suo coinvolgimento.
Non ci sono indagati per ora e gli investigatori, dopo l’appello di ieri, si aspettano un aiuto anche dai cittadini oltre che dall’analisi delle telecamere della zona, previste per i prossimi giorni. Nel frattempo, e’ ripresa la raccolta dei rifiuti nel paese. Il Comune precisa che “la misura non e’ in alcun modo indicativa di uno sviluppo delle indagini” e anche i carabinieri si mantengono prudenti.
“Era un’iniziativa finalizzata a consentire la raccolta di eventuali indizi – afferma Riccardo Ponzone, il Comandante del reparto operativo dei carabinieri di Bergamo -. L’attivita’ e’ stata svolta e non c’era motivo di continuare con l’interruzione della raccolta”. In un incontro con la stampa, e’ stato ribadito che Sharon ha chiesto aiuto con una telefonata disperata quando già era in fin di vita ma non è riuscita a indicare dove si trovasse. Sono stati i passanti a chiamare i soccorsi.