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Incendiato nel Parmense un ex caseificio destinato ai richiedenti asilo

Nov 4, 2017

Un incendio di origine dolosa ha bruciato l’ex caseificio di San Michele Cavana, nel comune di Lesignano Bagni in provincia di Parma. La struttura dalla prossima settimana avrebbe dovuto accogliere otto richiedenti asilo.

A confermare che si è trattato di una atto criminale è il sindaco del paese Giorgio Cavatorta: “Sono sconvolto. Giovedì sera è stato appiccato il fuoco all’ex caseificio. Lì avremmo dovuto sviluppare un progetto di accoglienza per i rifugiati. Si tratta di un fatto molto pesante e inaccettabile”.

L’immobile, abbandonato da anni, era stato concesso in locazione al Comune dalla cooperativa La Fabiola e il municipio lo aveva destinato ad accogliere otto immigrati in collaborazione con Ciac onlus e prefettura di Parma.

“Andremo avanti – continua Cavatorta – non possiamo dare ragione a chi commette azioni del genere. È stata scritta una delle più brutte pagine nella storia di questo comune. Un atto criminale inimmaginabile”.

Il Comune lo scorso agosto si era impegnato in un percorso di accoglienza da gestire in ambito Sprar (Sistema di protezione dei richiedenti asilo) utilizzando l’ex caseificio di San Michele Cavana. Una decisione maturata dopo che lo stesso primo cittadino si era detto contrario a utilizzare un altro ex caseificio, quello di Mulazzano, arrivando a minacciare le dimissioni, poi rientrate dopo un nuovo accordo siglato con la prefettura di Parma.

“I locali erano stati ristrutturati, era tutto pronto. La prossima settimana sarebbero dovuti arrivare gli otto rifugiati. Abbiamo sviluppato un progetto serio d’accoglienza, che avrebbe favorito l’integrazione

dei migranti, anche con la possibilità d’inserimento lavorativo, grazie alla collaborazione di alcune aziende. Ora il nostro primo obiettivo è chiedere aiuto al ministero e far partire l’attività”.

Il rogo è oggetto d’indagine dei carabinieri, mentre la stima dei danni è in corso. “Mi auguro – conclude il primo cittadino – che i responsabili siano presi e paghino per quello che hanno fatto”. (racas)

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