AGI – In due anni in Lombardia i medici di medicina generale sono diminuiti di 317 unità, mentre i pediatri di libera scelta di 44. Questi i dati letti dall’AGI e contenuti nel rapporto Agenas sul personale del Servizio sanitario nazionale. Nel 2019, infatti, la Lombardia poteva contare su 6.091 medici e 1.165 pediatri, mentre lo scorso anno si era scesi rispettivamente a 5.774 e 1.121. (Ma già nel 2019, in generale, c’era forte carenza di personale)
Secondo gli accordi collettivi nazionali, un medico di medicina generale può assistere fino a 1.500 pazienti. Alcune regioni, per ovviare alla carenza di tale figura professionale, hanno aumentato questo limite.
Tuttavia, la media nazionale è di 1.224, con il valore più alto al Nord (1.326), rispetto al Centro (1.159) e al Sud (1.102). In dettaglio, le regioni con il maggior numero di assistiti per medico di medicina generale sono: Trentino-Alto Adige (1.454), Lombardia (1.408) e Veneto (1.365); mentre in coda ci sono la Calabria (1.055), Basilicata (1.052) e Umbria (1.049).
È evidente, sottolinea Agenas, che le medie riportate rappresentino “la forte disomogeneità di distribuzione degli assistiti per medico esistente fra le aree metropolitane e le aree a bassa densità di popolazione come le aree rurali, le comunità montane e le isole”.
La pandemia ha ovviamente aumentato il fabbisogno di personale sanitario. Le borse per la formazione dei medici di base, ad esempio, nel corso degli anni sono andate ad aumentare, anche se un lieve incremento si era iniziato a registrare già negli anni precedenti al covid, per poi arrivare a un vero boom nel 2021.
Va quindi nella direzione giusta, sostiene Agenas, il finanziamento, con fondi stanziati per la Missione 6 del Pnrr, di 900 borse per la formazione dei medici di medicina generale sin da quest’anno per tre anni di fila, da sommarsi ai finanziamenti ordinari.
Per il triennio formativo 2022-2024, le borse passano da 1.879 a un totale di 2.779. In Lombardia nel 2014 le borse per la formazione di mmg erano 90, avevano poi raggiunto quota 317 nel 2018, per diminuire nei due anni successivi e impennarsi a 626 l’anno scorso.