Il premio medio delle assicurazioni è sceso del 4,6% rispetto al 2020, eppure gli automobilisti italiani sono ancora quelli che pagano le Rc Auto più costose d’Europa. E il quadro delineato dal rapporto annuale sulle assicurazioni diffuso dall’ANIA – Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici non lascia presagire un futuro più roseo: inflazione e costo degli incidenti sono destinati a salire, secondo le stime, e con essi i premi delle assicurazioni auto.
Assicurazioni auto: la situazione in Italia
Dopo la contrazione del 2020, in cui i premi delle Rc Auto contabilizzati sono diminuiti del 6%, il 2021 ha fatto registrare per le assicurazioni un calo del 4,5 % su base omogenea. I veicoli assicurati nel 2021 in Italia sono in lieve diminuzione (-0,5%), ma se si considerano le imprese extra-UE operanti sul territorio nazionale il dato si inverte, e fa segnare un aumento dell’1,5% – per un totale di 43 milioni di mezzi circolanti assicurati. Un dato interessante è quello che riguarda i veicoli circolanti non assicurati presenti sulle strade italiane: nel 2021, secondo il report “L’Assicurazione Italiana” di ANIA, erano circa 2 milioni e mezzo, e cioè oltre il 5% del totale.
In uno scenario fortemente influenzato dal dilagare della pandemia e dallo stop quasi totale alla circolazione di auto che si è vissuto per lunghi periodi del 2020, il mercato delle assicurazioni auto ha visto diminuire sensibilmente il numero di polizze, di incidenti e di risarcimenti. Poi, con la graduale ripresa delle attività, i numeri sono tornati a crescere: il numero totale dei sinistri denunciati è stato nel 2021 pari a 1,8 milioni, con un aumento del 17,9% rispetto al 2020.
I dati sulla frequenza dei sinistri per il periodo in esame appaiono “repentinamente alterati” dal dilagare della pandemia e dalle conseguenti misure restrittive adottate tra il 2020 e il 2021: in generale, comunque, la frequenza dei sinistri è apparsa in crescita (+18,4%) in tutti i mesi che hanno visto allentare le restrizioni sugli spostamenti, ma senza raggiungere i livelli pre-pandemia.
Il costo dei sinistri di competenza delle compagnie assicurative è stato, nel 2021, pari a 9,5 miliardi di euro, in aumento di quasi il 12% rispetto a quanto rilevato nel 2020. Il costo medio di ogni incidente, però, è sceso del 4,1% rispetto al 2020, arrivando a 4.987 euro. Sono aumentate invece le polizze per le coperture incendio e furto, che a fronte di aumento di furti d’auto in Italia pari al +5,5% sono passate da 9,4 a 9,6 milioni.
Rc Auto, il confronto con l’Europa
Nonostante il premio medio assicurativo sia decisamente in calo rispetto alle cifre di dieci anni fa, quelle italiane sono ancora le assicurazioni più care d’Europa. Il divario, però, è in netto calo: nel periodo 2008-2012, infatti, le assicurazioni italiane costavano 213 euro in più rispetto alle polizze tedesche, francesi e inglesi; nel 2015 il gap era di 138 euro, mentre oggi si è stabilizzato a 47 euro, lo stesso dato del 2020.
La diminuzione del divario con gli altri Paesi UE è dovuto al fatto che il prezzo medio delle Rc Auto italiane è sceso di circa il 38% negli ultimi dieci anni: passando dai 567 euro del marzo 2012 ai 353 euro del marzo 2022. E il 2021 ha fatto registrare un ulteriore calo del 4% sui prezzi delle polizze auto.
Dal confronto europeo si nota che in Italia c’è una delle pressioni fiscali più alte in materia di assicurazioni auto: l’aliquota complessiva applicata nel nostro Paese (26,2%) resta stabilmente superiore a quella di Germania (19%), Regno Unito (12%) e Spagna (9,65%), mentre viene superata dalla Finlandia, che applica un’aliquota del 24%.
L’Italia, quindi, è tra gli unici quattro Paesi europei in cui il premio dell’Rc Auto ha fatto registrare un calo dal 2015 al 2021, insieme a Grecia, Danimarca e Belgio. Eppure, le stime per il 2022 non sono troppo ottimiste: si prevedono anzi aumenti per moltissimi automobilisti. Si stima, tra il 2021 e il 2022, di vedere un aumento del costo medio dei sinistri del 5,2%, e un costo totale dei risarcimenti di 10,1 miliardi di euro, in crescita del 6,3% rispetto al periodo precedente