• 30 Gennaio 2025 7:52

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In Cina nasce un topo da due genitori maschi

Gen 29, 2025

AGI – Per la prima volta, è stato possibile generare prole vivente e longeva da una coppia di genitori omosessuali. A riuscirci gli scienziati della Chinese Academy of Sciences (CAS) di Pechino, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Cell Stem Cell per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il team, guidato da Wei Li e Qi Zhou, ha utilizzato l’ingegneria delle cellule staminali embrionali per creare un topo bi-paterno, nato da due genitori maschi, che ha raggiunto con successo l’età adulta.

I risultati descrivono il targeting di un particolare set di geni coinvolti nella riproduzione, che ha permesso ai ricercatori di superare sfide precedentemente insormontabili nella riproduzione unisessuale di mammiferi. “Questo lavoro – afferma Li – contribuirà ad affrontare una serie di limitazioni nella ricerca sulle cellule staminali e sulla medicina rigenerativa. Finora, lo sviluppo di embrioni bi-materni o bi-paterni si interrompeva a causa dei geni dell’imprinting, e anche l’utilizzo di organoidi ovarici per ricavare ovociti da cellule staminali pluripotenti maschili non ha portato ai risultati sperati”.

Nell’ambito della sperimentazione, i ricercatori hanno modificato 20 geni chiave dell’imprinting individualmente utilizzando una serie di tecniche diverse, tra cui mutazioni frameshift, delezioni geniche e modifiche della regione regolatrice. Il gruppo di ricerca ha scoperto che questo approccio favoriva lo sviluppo di cellule staminali con pluripotenza più stabile.

 

“Questi risultati – aggiunge Guan-Zheng Luo della Sun Yat-sen University di Guangzhou, altra firma dell’articolo – forniscono una forte evidenza che le anomalie dell’imprinting sono la principale barriera alla riproduzione unisessuale dei mammiferi. Il nostro metodo può migliorare significativamente i risultati di sviluppo delle cellule staminali embrionali e della clonazione animale, aprendo una promettente strada per il progresso della medicina rigenerativa”.

Nonostante i dati preliminari promettenti, il lavoro deve affrontare ancora diverse limitazioni. Ad esempio, solo l’11,8 per cento degli embrioni vitali era in grado di svilupparsi fino alla nascita, e non tutti i cuccioli nati hanno raggiunto l’età adulta senza difetti nello sviluppo. Inoltre, gli esemplari sopravvissuti erano sterili. “Ulteriori modifiche ai geni dell’imprinting – commenta Zhi-Kun Li, collega e coautore di Zhou – potrebbero potenzialmente facilitare la generazione di topi bi-paterni sani in grado di produrre gameti vitali e portare a nuove strategie terapeutiche per le malattie correlate all’imprinting”.

Il team continuerà a studiare come la modifica dei geni imprinting possa portare a embrioni con un potenziale di sviluppo più elevato, nella speranza di estendere questi esperimenti in animali più grandi, come le scimmie. Questa possibilità, tuttavia, richiederà molto tempo e impegno, dato che le combinazioni dei geni imprinting nelle scimmie differiscono significativamente da quelle dei topi. Sarà interessante, concludono gli autori, valutare se questa tecnologia potrà essere applicata per le malattie umane.

 

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