MILANO – Ore 10.30. È Unicredit l’osservata speciale di oggi a Piazza Affari, con il via al maxi aumento di capitale da 13 miliardi varato a dicembre, il più grande della storia borsistica italiana. A Milano l’indice Ftse Mib segna un -0,23%, con il titolo della banca in netta flessione. Piatte le altre borse europee: Londra guadagna lo 0,06%, Francoforte lo 0,09%, Parigi risale dello 0,24%. Torna a risalire lo spread: il differenziale tra Btp decennali e i Bund tedeschi sale a 190 punti, contro i 182 punti della chiusura di venerdì scorso. Il tasso sul decenale è al 2,29%
A Piazza Affari occhi puntati anche sulla conference call di Tim su conti e piano industriale, mentre il titolo Telecom è già in netto rialzo dopo la presentazioni venerdì dei risultati 2016. Resta caldo il fronte Intesa-Generali, anche dopo la frenata della scorsa settimana di Ca’de Sass all’ìpotesi di Offerta Pubblica di scambio per le azioni del Leone. Nel pomeriggio si attendono le parole di Mario Draghi, che interverrà in audizione al Parlamento europeo a Bruxelles.
L’Euro è in leggero calo sul dollaro. La moneta unica europea viene scambiata a 1,0749 dollari, rispetto alla quotazione di 1,0790 fatta registrare venerdì scorso.
Nuovo balzo in avanti degli ordinativi industriali in Germania, cresciuti a dicembre del 5,2%, in netto rialzo rispetto al +0,7% atteso, e in netta ripresa dopo il -3,6% di novembre. Sempre sul fronte dei dati macroeconomici, l’Istat diffonde oggi la nota mensile sull’andamento dell’economia italiana mentre nel pomeriggio in arrivo i dati sulla bilancia commerciale Usa.
Il petrolio si avvicina ai massimi dal luglio 2015, con il brent sopra quota 57 dollari e il Wti sopra 54 dollari, dopo che gli Usa hanno imposto nuove sanzioni all’Iran per un test missilistico e l’Opec ha raggiunto il 60% dei suoi tagli alla produzione.
Chiusura in lieve rialzo per la borsa di Tokyo. L’indice Nikkei ha concluso le contrattazioni in rialzo dello 0,31% a 18.976,71 Punti, 58,51 punti in più rispetto alla chiusura di venerdì. A spingere i listini i dati sull’occupazione americana e la deregulation avviata da Donald Trump su una serie di restrizioni normative per banche e broker previste da alcuni provvedimenti approvati durante la presidenza Obama, dopo la crisi del 2008.
L’effetto positivo si è registrato anche a Wall Street, che venerdì ha chiuso in netto rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato 186,55 punti, lo 0,94%, A quota 20.071,46 Ma nell’ottava è sceso dello 0,1%. L’S&P 500 ha aggiunto 16,57 punti, lo 0,73%, a quota 2.297,42. E nella settimana è salito dello 0,1%. Il Nasdaq è salito di 30,57 punti, lo 0,54%, a quota 5.666,77 Portando il bilancio settimanale a un +0,1%. Il petrolio a marzo al Nymex è salito dello 0,5% a 53,83 dollari al barile e in settimana ha aggiunto l’1% circa.
In Cina, l’indice pmi servizi caixin scende a gennaio al 53,1 dal 53,4 di dicembre, che era il massimo da 17 mesi. L’indice composito è diminuito al 52,2 dal 53,5, il record da 45 mesi.