Nel contesto della crescente sensibilità ambientale e della ricerca di soluzioni più economiche per la mobilità, l’installazione di impianti GPL (gas di petrolio liquefatto) e metano per le auto sta diventando una scelta sempre più diffusa tra gli automobilisti. Questi sistemi rappresentano un’alternativa ai carburanti tradizionali, come benzina e Diesel, offrendo una serie di vantaggi in termini di costi operativi e riduzione delle emissioni inquinanti.
Tuttavia, la decisione di convertire il proprio veicolo a GPL o metano richiede una valutazione attenta di vari aspetti tecnici, economici e pratici. In questo approfondimento, esploreremo le caratteristiche principali di questi impianti alternativi, i benefici e le sfide legate al loro utilizzo, nonché le normative vigenti e le considerazioni da tenere a mente prima di procedere con l’installazione. Scopriremo come queste tecnologie possano rappresentare una soluzione sostenibile per il futuro della mobilità, contribuendo a un ambiente più pulito e a un risparmio economico per gli automobilisti.
Come funziona un impianto GPL e uno a metano
Il GPL è un combustibile derivato dalla raffinazione del petrolio o dall’estrazione del gas naturale. È composto principalmente da propano e butano, ed è utilizzato sia per il riscaldamento domestico che per l’autotrazione. Un impianto GPL per auto permette di alimentare il motore utilizzando questo gas anziché i carburanti tradizionali.
Il metano, noto anche come gas naturale compresso (CNG – Compressed Natural Gas), è un idrocarburo semplice che si trova in natura, principalmente come CH4. È utilizzato come combustibile sia per scopi domestici che industriali, ma anche come carburante alternativo per veicoli. Tra le principali differenze tra i due carburanti, si può notare come il GPL è immagazzinato in forma liquida a una pressione relativamente bassa (circa 8-10 bar), mentre il metano è immagazzinato in forma gassosa a una pressione molto più alta (circa 200-250 bar). Il primo offre un’autonomia leggermente superiore, mentre il metano garantisce una combustione più pulita e un minore impatto ambientale.
Le normative per parcheggiare le auto GPL in garage
Le normative per il parcheggio delle auto a GPL in garage, multipiano e sotterranei sono state oggetto di evoluzione nel tempo, con l’obiettivo di garantire la sicurezza e facilitare l’uso di veicoli più ecologici. In Italia, le normative di riferimento sono stabilite dal Decreto Ministeriale n. 37 del 22 gennaio 2008 e successivi aggiornamenti.
In particolare, possono essere parcheggiate in garage privati senza particolari restrizioni, a patto che l’impianto sia dotato della multivalvola omologata secondo la normativa europea ECE/ONU 67-01. Questa valvola particolare garantisce una maggiore sicurezza in caso di incidenti o malfunzionamenti. Possono, inoltre, parcheggiare nei garage multipiano e sotterranei fino al primo piano interrato, a condizione che l’impianto sia dotato della multivalvola di cui sopra. Prima del 2001 non potevano parcheggiare nei piani sotterranei per motivi di sicurezza, ma con l’adozione delle nuove valvole di sicurezza, questa restrizione è stata allentata. È sempre importante verificare eventuali regolamenti o specifiche normative locali che potrebbero prevedere ulteriori restrizioni.
Le normative per le auto a metano
Le normative per il parcheggio delle auto a metano sono generalmente meno restrittive rispetto a quelle appena viste, a causa delle caratteristiche intrinseche del combustibile, che lo rendono un carburante più sicuro in caso di perdite. Queste vetture possono essere parcheggiate senza restrizioni particolari. Si tratta di un combustibile più leggero dell’aria, quindi in caso di fuga tende a disperdersi verso l’alto, riducendo il rischio di accumulo di gas infiammabili.
Possono, inoltre, essere parcheggiate nei garage multipiano e sotterranei senza limitazioni particolari, sempre per via della loro minore pericolosità in caso di perdite. Tuttavia, è comunque consigliabile verificare eventuali regolamenti specifici del garage o del condominio, che potrebbero prevedere restrizioni specifiche.
La manutenzione
Le vetture GPL richiedono una manutenzione specifica per garantire il corretto funzionamento e la sicurezza dell’impianto. Essa comprende controlli periodici e sostituzioni di componenti che possono usurarsi nel tempo, tra cui:
controllo filtri del GPL ogni 10.000-20.000 km;
controllo iniettori ogni 30.000-60.000 km;
controllo annuale dell’impianto, incluse tubazioni, riduttore di pressione e così via;
sostituzione obbligatoria del serbatoio di GPL ogni 10 anni.
Per la manutenzione, invece, delle auto a metano:
verificare le tubazioni ogni 20.000-30.000 km;
controllare gli iniettori ogni 40.000-60.000 km;
controllare annualmente l’impianto;
sostituzione obbligatoria delle bombole di metano, in particolare ogni 4 anni per quelle di metallo, ogni 5 anni per quelle in materiale composito.
È importante, dopo ogni intervento, ottenere una certificazione da parte dell’officina specializzata per questi impianti particolari. Le officine di riferimento hanno la competenza e le attrezzature necessarie per eseguire i controlli e le sostituzioni secondo le specifiche normative. Un minimo di restrizioni, dunque, sono applicate solamente alle vetture GPL. Tuttavia, una corretta installazione non rappresenta comunque un pericolo. Si tratta solo di misure preventive, atte a scongiurare rischi legati alle perdite di propano.