Man mano il mercato delle auto nuove auto sembra uscire dalla crisi sul suolo italiano. In seguito alla pesante contrazione degli ultimi anni (inasprita dallo scoppio della pandemia), l’industria continua a dare dei segnali incoraggianti.
Rapportate ai numeri di dodici mesi prima, si registra un +7,5%, con 135.353 targhe. Nel primo quadrimestre del 2024, il totale ammonta a 586.665, in aumento del 6,1% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Le utilitarie del segmento B guadagnano spazio
La quota dei privati sale al 50,9%, mentre quella delle flotte scende al 42,8%. Il noleggio a lungo termine è cresciuto del 20,9%, a breve del 10,9%. Per quanto riguarda le alimentazioni, la benzina registra una ripresa al 31,6%, mentre i diesel hanno una flessione al 14,4%.
Il Gpl è stabile all’8,5%, il metano allo 0,2%. Le motorizzazioni ibride (mild e full) costituiscono il 39,7%, assolute protagoniste della transizione ecologica, con le plug-in ed elettriche rispettivamente al 3,3% e al 2,3%.
Guadagnano spazio le utilitarie del segmento B, con le berline al 22,2% e i SUV al 26,7%. Anche le citycar hanno segno positivo (10,9%).
Panda guarda la concorrenza dall’alto in basso
Il gruppo numero uno si conferma essere Stellantis, nonostante la contrazione dell’1,31% in confronto ad aprile 2023. Segue Volkswagen, in calo del 2,30%. Sulle performance dei singoli modelli, con 10.314 vetture la Fiat Panda rimane la best seller.
Negli scorsi mesi Olivier François, CEO del Lingotto, ha svelato la versione Pandina a Pomigliano d’Arco, dove, al contrario delle previsioni iniziali, potrebbe essere fabbricata fino al 2030. Le parole di apertura sono giunte dall’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, confermando l’obiettivo di realizzare un milione di auto all’anno nella nostra penisola entro la fine del decennio.
Il prossimo 11 giugno, in occasione del 115° anniversario di Fiat, sarà svelata la nuova generazione elettrica. In tal caso, però, uscirà dalle linee di Kragujevac, in Serbia, una decisione che ha creato diversi malumori tra la manodopera italiana.
Alle spalle della Dacia Sandero (5.179 targhe), seconda, al terzo posto della classifica si trova un altro pezzo da novanta dei marchi italiani: la Lancia Ypsilon, con 3.792 unità, rimasta a lungo l’unica proposta del listino Lancia. Sotto la guida di Luca Napolitano, e con le maggiori risorse a disposizione, cambia però ora volto.
Coltiva, infatti, ambizioni premium, riflesse nel prezzo. Resta da scoprire quale sarà la reazione del pubblico locale ed europeo, dato l’ampliamento dei confini tramite alcuni accordi sottoscritti assieme a rivenditori esteri.
Rimane di poco podio giù dal podio la Citroën C3 con 3.732 registrazioni. La francesina viene, a sua volta, da grossi scossoni, venduta in formato elettrico, una delle BEV più low-cost nel Vecchio Continente, dove è peraltro nata.
In ordine, completano la top 10 la Toyota Yaris (3.571 unità), la Ford Puma (2.960), la Renault Clio (2.939), la Peugeot 208 (2.850), la MG ZS (2.656) e la Volkswagen T-Roc (2.620).
I valori pre-Covid sono tuttora lontani
I segnali di rilancio del mercato auto in Italia non tolgono il fatto che i valori pre-Covid sono lontani (-22,4% rispetto ad aprile 2019), ma gli analisti hanno rivisto le stime al rialzo a 1.630.000 esemplari, con una crescita del 4,1% sul 2023. Secondo le associazioni di categoria avrà un ruolo decisivo l’erogazione degli incentivi, che, stando al ministro Urso, arriveranno nelle prossime settimane.