• 6 Aprile 2025 8:17

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Immatricolazioni auto Italia 2025, marzo positivo ma nel trimestre è calo netto

Apr 2, 2025

Una rondine non fa primavera, e lo stesso vale per il mercato dell’auto. A marzo in Italia sono state immatricolate 172.223 vetture, in crescita del 6,22% rispetto allo stesso mese del 2024. Finalmente un segno positivo, verrebbe da dire, dopo sette mesi consecutivi in discesa. Ma è davvero un segnale di ripartenza? Secondo molti esperti del settore, la risposta è “nì”.

Basta allargare lo sguardo per rendersi conto che il quadro è meno roseo. Da gennaio a marzo, infatti, le macchine immatricolate sono state 443.906, in leggero calo (-1,64%) rispetto allo stesso periodo del 2024. Insomma, un passo indietro che non passa inosservato. Tra i grandi gruppi, Stellantis ha registrato 52.254 immatricolazioni a marzo, grossomodo in linea con il 2024. Nessun boom, insomma, né tantomeno una disfatta. Diverso il discorso riguardo ai tre mesi nel complesso: 135.762 le auto consegnate, con un calo del 9,8% rispetto all’anno scorso. È qui che si avverte soprattutto la frenata.

Una fiammata o un vero segnale?

“La vera domanda – scrive il Centro Studi Promotor (CSP) – è se questo marzo positivo sia un inizio di ripresa o soltanto un rimbalzo tecnico”. Secondo i dati raccolti da CSP tra i concessionari, la situazione nelle show room rimane parecchio lontana dalla normalità. Il 39% degli addetti ai lavori ha segnalato un’affluenza ancora bassa, e le prospettive per i prossimi mesi invitano alla cautela: per il 74%, le vendite resteranno sugli attuali livelli piuttosto bassi, mentre per il 16% potrebbero addirittura peggiorare. Meglio contenere i facili entusiasmi.

Proiettando i numeri del trimestre, tenendo conto dei periodi di alti e bassi, il presidente del CSP Gian Primo Quagliano stima che a fine 2025 si arriverà a circa 1.436.818 immatricolazioni. Ben meno rispetto al 2024, con un calo stimato del 7,8%. Ma il dato più pesante riguarda il confronto con il periodo pre-Covid: rispetto al 2019 il calo è del 25%. Nel 2019, infatti, le registrazioni erano state quasi 1,92 milioni. Un livello che oggi sembra lontanissimo.

Auto nuove? Troppo care per molti

Dietro al rallentamento, un tema risaputo: i prezzi sono schizzati alle stelle. Comprare un’auto nuova, oggi, per molte famiglie è diventato quasi un lusso. Tra aumenti generalizzati, fine degli incentivi passati e tassi d’interesse più alti, l’investimento mette una certa apprensione. E così, sempre più italiani guardano al mercato dell’usato, che continua a tirare. Nei primi tre mesi del 2025, i passaggi di proprietà dei mezzi di seconda mano sono saliti del 6,5%, in netta controtendenza rispetto al nuovo.

Chi non può o non vuole spendere 20-30.000 euro per un’auto appena uscita dal concessionario, si muove tra le opzioni offerte dall’usate, più accessibili, anche se spesso con qualche anno sulle spalle. E questo, almeno per ora, salva un po’ il settore. Il +6% di marzo fa piacere, certo. Ma da solo non basta a far sorridere il mercato. Il comparto continua a navigare in acque agitate, stretto tra prezzi alti, incertezze economiche e una transizione ecologica che, per molti, è ancora fuori portata. Intanto, l’usato si prende la scena, confermando che la domanda c’è, ma si sposta dove il portafoglio regge. E forse, almeno per ora, è proprio lì che bisogna guardare.

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