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Il virus, un parassita e pure un formidabile fattore di evoluzione

Mar 30, 2021

Tutti i virus sono patogeni, nel senso che tutti sono parassiti di qualche organismo più complesso, del quale riutilizzano il macchinario cellulare ai fini della propria replicazione – spesso distruggendo o danneggiando gravemente l’ospite nel processo. Per questo motivo, noi spesso pensiamo che i virus siano un agente fondamentalmente negativo, in grado di danneggiare il nostro bioma distruggendo intere specie – anche quando non siano direttamente patogeni per noi.

 

Tuttavia, è bene ogni tanto considerare le cose da un’ottica puramente darwiniana, che può illuminare aspetti non così evidenti se rimaniamo troppo ancorati a una visione antropocentrica del mondo. Non per rendere più accettabile o tollerare di più Sars-CoV-2, ma al fine di capire che ruolo ha nell’evoluzione, insieme a tutti gli altri virus: qual è il reale effetto di questi patogeni, come di ogni altro parassita, da un punto di vista evolutivo? Da dove arrivano macchine molecolari in grado di atterrare anche una balena, pur essendo di dimensioni inferiori a un milionesimo di metro?

 

Per rispondere, anche solo parzialmente (perché altrimenti lo spazio non basterebbe), possiamo guardare ad un recente esperimento, particolarmente istruttivo per capire qualcosa in più dei virus, e magari proprio dei virus a Rna.

Un gruppo di ricercatori ha creato un sistema atto a mimare quello che poteva essere un antichissimo, rudimentale organismo vivente comparso sulla terra eoni fa: un Rna, in grado di codificare per una proteina che replica sé stesso, chiamata replicasi, inserito in un liposoma insieme a ciò che serve a creare questa proteina dall’Rna e a replicare l’Rna stesso. Quando a questo sistema si forniscono aminoacidi e basi nucleotidiche, l’Rna comincia a essere replicato esponenzialmente all’interno dei liposomi. Nel replicare, tuttavia, ogni tanto ci sono errori, e così la popolazione di Rna comincia a mutare e i vari Rna a competere per essere replicati.

 

In pochissimo tempo, compaiono alcuni mutanti speciali: Rna che, a differenza dei loro progenitori, perdono il pezzo che codificava per la replicasi. Questi sono più corti dei loro progenitori, e richiedono quindi meno risorse per essere copiati, ma dipendono dalla replicasi altrui. Sono cioè dei parassiti, che per riprodursi hanno bisogno degli Rna in grado di produrre la replicasi dei loro ospiti, senza di quali non potrebbero esistere. A questo punto, gli Rna in grado di codificare per la replicasi sono a loro volta sottoposti a spinte selettive: alcuni possono evolvere sequenze in grado di rendere indisponibile la replicasi ai parassiti, altri sequenze trappola in grado di legare e bloccare i parassiti. Qualunque sia la funzione delle mutazioni che si accumulano, molto presto si osservano diverse popolazioni di ospiti e di parassiti che emergono: il tutto in un sistema semplificatissimo, a partire da pochissimi cicli di riproduzione, nell’arco di giorni di osservazione sperimentale. I parassiti, cioè, con la loro precocissima insorgenza spingono la popolazione a mutare rapidamente, a differenziarsi, a radiare evolutivamente: e questo processo, come insegna l’esperimento in questione, deve essere cominciato addirittura prima dell’emersione della vita stessa, nella lunga fase prebiotica di competizione darwiniana tra diversi replicatori chimici.

Forse in quel mondo primitivo non vi erano Rna (come invece la maggior parte degli scienziati è convinta che sia); certamente gli attuali virus a Rna sono evoluti in modo diverso; tuttavia, la relazione ospite-parassita e la pressione darwiniana che ne consegue hanno enormemente accelerato il tasso di evoluzione, un fattore specialmente importante come innesco della radiazione evolutiva.
Non credo che troveremo più simpatico Sars-CoV-2, sapendo che, come tutti i virus, costituisce un formidabile fattore di pressione selettiva e quindi di evoluzione; ma di certo, come scrisse Darwin, “vi è qualcosa di grandioso in questa concezione della vita, con le sue molte capacità, che inizialmente fu data a poche forme o a una sola e che, mentre il pianeta seguita a girare secondo la legge immutabile della gravità, si è evoluta e si evolve, partendo da inizi così semplici, fino a creare infinite forme estremamente belle e meravigliose”.

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