AGI – Il vaccino anche agli ‘invisibili’. Somministrate le dosi ai primi senzatetto di Palermo: “Un diritto garantito a chi non è scontato che possa usufruirne”, dice il commissario provinciale all’emergenza Covid, Renato Costa, dopo le vaccinazioni alla Domus Carmelitana nel quartiere Ballarò, prima tappa dell’iniziativa “Accanto agli ultimi”, lanciata dal governo regionale: vaccini anche agli over 60 che vivono in condizioni di profonda marginalità sociale.
“Vogliamo arrivare anche dove è più difficile, nei quartieri più problematici della città, dove è più alto il numero di persone che è complicato raggiungere, che hanno difficoltà a recarsi ai centri vaccinali, che spesso non hanno il medico curante”, continua Costa. Appuntamento nel chiostro della casa di accoglienza: tampone, anamnesi e vaccino, con alcune tra le prime forniture di Johnson&Johnson arrivate in Sicilia.
Trattandosi di persone senza fissa dimora, spesso difficili da rintracciare, la somministrazione con i vaccini a due dosi potrebbe rivelarsi problematica da portare a termine. Johnson&Johnson, con una sola inoculazione, può consentire di mettere subito al sicuro anche questa fascia di poveri, che, viene spiegato, non può essere abbandonata.
Poca paura, molta speranza di intravedere una luce. “Adesso è ancora più complicato trovare un impiego, è tutto bloccato”, racconta Felix, uno dei senza casa in fila per il vaccino, che sogna di “tornare a lavorare” e vede nel vaccino “una nuova possibilità”.
Persone e storie diverse; tutti vengono dalla strada. C’è chi è passato dai dormitori alle strutture di accoglienza diurna, chi chiede solo un letto per dormire la sera, chi viene da gravi problemi di dipendenza o vissuti familiari drammatici. Tutti in attesa del vaccino, accompagnati alla Domus Carmelitana da Comune e Croce rossa, che sono andati a prenderli e poi riportarli nei dormitori San Carlo, Centro Agape, Casa San Francesco e Casa di Munhil.
Si replica a Villa Zito, sede della Fondazione Sicilia, il cui presidente, Roberto Bonsignore, si dice convinto che “i luoghi di cultura debbano essere centrali nel processo di inclusione e di ritorno alla vita”. Irrinunciabile l’aiuto della Croce rossa e del Comune, intervenuto con i Servizi sociali che si occupano della marginalità adulta e con l’assessorato alla Cittadinanza solidale.
“Questa, forse, è la prima città italiana dove si vaccinano le persone senza fissa dimora – spiega l’assessore Giuseppe Mattina – una forma di attenzione verso le persone fragili, che vivono per strada, in dormitori, strutture di accoglienza, ma anche una tutela per gli altri perché queste persone, appunto fragili, potrebbero ammalarsi e contagiare. Lavorando insieme raggiungiamo obiettivi importanti”.