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Il tribunale di Bologna respinge il ricorso del Viminale: sì alla residenza ai richiedenti asilo

Ago 9, 2019

BOLOGNA – Il Viminale “non ha il potere di sostituirsi al sindaco, se il sindaco decide di accettare la decisione del tribunale”. Dunque, “ancora una volta un tribunale afferma che anche il ministero dell’Interno è soggetto alla legge”: con queste parole l’associazione Avvocato di strada accoglie la decisione del tribunale bolognese di respingere il reclamo del ministero dell’Interno sulla residenza per i richiedenti asilo.

Era successo infatti che il tribunale di Bologna avesse accolto l’istanza presentata da richiedenti asilo a cui il Comune, in base al decreto Salvini, aveva negato la residenza; il municipio poi aveva deciso di non fare ricorso. Lo ha fatto invece il Viminale, ma il tribunale ha confermato la propria decisione.

“È una vittoria del diritto in tempi bui per la nostra democrazia”, affermano Antonio Mumolo e Paola Pizzi di Avvocato di strada. Il collegio, fa sapere l’associazione, “ha ritenuto inammissibile il reclamo del ministero dell’Interno contro l’ordinanza che aveva imposto al Comune di Bologna di iscrivere all’anagrafe una richiedente asilo. Il ministero dell’Interno riteneva di essere legittimato a proporre reclamo in quanto litisconsorte necessario. Sosteneva inoltre di potersi sostituire al sindaco di Bologna, che aveva deciso di non proporre reclamo ed aveva invece gia’ iscritto all’anagrafe la signora richiedente asilo”. Ma il collegio, sottolinea ancora l’associazione ha invece stabilito che il ministero dell’Interno “non è litisconsorte necessario e non può proporre reclamo non essendosi presentato nella prima fase del giudizio”.

La decisione del Tribunale di Bologna è, per il sindaco Virginio Merola, “un’ulteriore conferma della correttezza del mio operato quando ho deciso di applicare, con soddisfazione, la sentenza che mi ordinava di iscrivere i richiedenti asilo all’anagrafe. Andiamo avanti con la serenità di chi rispetta la legge e non si arrende alla propaganda”.

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