• 29 Novembre 2024 12:46

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Il toscanaccio Spalletti, dall’Empoli all’Italia

Ago 18, 2023

AGI – Dalla provincia, con il bel calcio messo in mostra con Empoli e Udinese, alle panchine di lusso di Roma (due volte), Zenit San Pietroburgo e Inter fino alla definitiva consacrazione al Napoli, guidato allo storico terzo scudetto: è lunga la strada che ha portato Luciano Spalletti a diventare il ct della Nazionale italiana.

A 64 anni porterà sulla panchina azzurra una visione innovativa, un 4-3-3 simile in partenza a quello di Roberto Mancini ma capace di aggiustamenti in corsa, e ovviamente un carattere polemico che il tecnico di Certaldo dovrà provare a smorzare su una panchina istituzionale.

Spalletti ha avuto una discreta carriera di calciatore iniziata nella giovanili della Fiorentina e terminata a Empoli, club sulla cui panchina ha debuttato a 33 anni come allenatore ottenendo una promozione in B, la vittoria della Coppa Italia di serie C e subito dopo la Serie A.

In seguito ha allenato Sampdoria, Venezia, Udinese e Ancona. La svolta arriva con la seconda esperienza a Udine, in cui guida i bianconeri a storica qualificazione in Champions League. Poi arrivo’ la Roma, tra 2005 e 2009, con tre secondi posti, due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana e l’invenzione di Totti centravanti.

Dimessosi in polemica con la società se ne va all’estero allo Zenit San Pietroburgo e tra il 2009 e il 2014 ha conquista due campionati, una Coppa e una Supercoppa di Russia. Nel 2016 il ritorno alla Roma (al posto, ironia del destino, di Rudi Garcia) si apre con un sontuoso girone di ritorno con 14 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta ma l’anno successivo a far notizia sono soprattutto i dissidi con Francesco Totti.

Anche nella successiva esperienza all’Inter, il ritorno dei nerazzurri in Champions League dopo sette anni è in parte offuscato la stagione successiva dallo scontro con il capitano Mauro Icardi: a fine 2019 arriva l’esonero e, dopo due anni sabbatici, la chiamata del Napoli nel maggio 2021.

Con gli azzurri alla seconda stagione arriva uno scudetto trionfale ma la chiusura è tra i veleni con il presidente Aurelio De Laurentiis, dall’opzione di prolungamento esercitata dal club con una Pec alla decisione di Spalletti di lasciare e di prendersi una pausa. Finché le dimissioni di Roberto Mancini non gli hanno spalancato un’altra porta azzurra, quella della Nazionale. 

AGI – Dalla provincia, con il bel calcio messo in mostra con Empoli e Udinese, alle panchine di lusso di Roma (due volte), Zenit San Pietroburgo e Inter fino alla definitiva consacrazione al Napoli, guidato allo storico terzo scudetto: è lunga la strada che ha portato Luciano Spalletti a diventare il ct della Nazionale italiana.
A 64 anni porterà sulla panchina azzurra una visione innovativa, un 4-3-3 simile in partenza a quello di Roberto Mancini ma capace di aggiustamenti in corsa, e ovviamente un carattere polemico che il tecnico di Certaldo dovrà provare a smorzare su una panchina istituzionale.
Spalletti ha avuto una discreta carriera di calciatore iniziata nella giovanili della Fiorentina e terminata a Empoli, club sulla cui panchina ha debuttato a 33 anni come allenatore ottenendo una promozione in B, la vittoria della Coppa Italia di serie C e subito dopo la Serie A.
In seguito ha allenato Sampdoria, Venezia, Udinese e Ancona. La svolta arriva con la seconda esperienza a Udine, in cui guida i bianconeri a storica qualificazione in Champions League. Poi arrivo’ la Roma, tra 2005 e 2009, con tre secondi posti, due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana e l’invenzione di Totti centravanti.
Dimessosi in polemica con la società se ne va all’estero allo Zenit San Pietroburgo e tra il 2009 e il 2014 ha conquista due campionati, una Coppa e una Supercoppa di Russia. Nel 2016 il ritorno alla Roma (al posto, ironia del destino, di Rudi Garcia) si apre con un sontuoso girone di ritorno con 14 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta ma l’anno successivo a far notizia sono soprattutto i dissidi con Francesco Totti.
Anche nella successiva esperienza all’Inter, il ritorno dei nerazzurri in Champions League dopo sette anni è in parte offuscato la stagione successiva dallo scontro con il capitano Mauro Icardi: a fine 2019 arriva l’esonero e, dopo due anni sabbatici, la chiamata del Napoli nel maggio 2021.
Con gli azzurri alla seconda stagione arriva uno scudetto trionfale ma la chiusura è tra i veleni con il presidente Aurelio De Laurentiis, dall’opzione di prolungamento esercitata dal club con una Pec alla decisione di Spalletti di lasciare e di prendersi una pausa. Finché le dimissioni di Roberto Mancini non gli hanno spalancato un’altra porta azzurra, quella della Nazionale. 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close