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Il sorriso di Sarri, le gomme sgonfie del tir Lukaku e i pensieri di Gianpaolo

Ott 7, 2019

il GRAFFIO del lunedÌ

Higuain riporta la Juventus in testa alla classifica chiudendo con un destro la stupenda sfida con l’Inter: dopo 6 successi consecutivi Antonio Conte cade proprio con la sua ex Signora

di Dario Ceccarelli

7 ottobre 2019


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2′ di lettura

E chi l’avrebbe detto? Il Pepita, Il tanto sbertucciato Higuain, detto “El Gordo”, per la sua insaziabile voracità (non solo di gol) riporta la Juventus in testa alla classifica chiudendo con un destro la stupenda sfida con l’Inter: due a uno e tanti saluti ad Antonio Conte, che dopo 6 successi consecutivi cade proprio con la sua ex Signora.

Cose che farebbero male a chiunque, figuriamoci al baldanzoso Antonio, già inciampato in settimana con il Barcellona. Il posticipo di San Siro era un occasione ghiotta per colmare il distacco con la Juventus e invece il distacco rimane. E non solo psicologico. La Juve torna in vetta e il professor Sarri ride di gusto riportando al gol anche Dybala titolare fin dall’inizio nello stupore generale. È lui, Sarri, il cantore del bel gioco, chiamato alla prestigiosa cattedra di Torino al posto del pragmatico ma arido Allegri, il vero vincitore di una serata elettrizzante dove anche l’Inter non sfigura patendo l’infortunio di Sensi e la mediocre prestazione di Lukaku, nella versione tir, ma con le gomme sgonfie.

Il messaggio del prof Sarri agli scettici è chiaro: meditate, meditate, gente: volevate il bel gioco? Volevate coraggio e spregiudicatezza? Eccoli qua. Siamo forti e siamo belli. E oltre a togliermi la tuta, e mettermi in giacca e cravatta, mi tolgo il gusto di far giocare insieme, magari solo per un quarto d’ora, Ronaldo, Dybala e Higuain. Mica spiccioli. Quanto a te, caro Antonio, sei bravo, un guerriero inossidabile che fa crescere l’Inter: ma con la Juventus, per il momento, la scossa la prendi tu.

Oltre a Sarri, un altro che incredibilmente sorride, dopo aver visto le streghe a Marassi, è Giampaolo, il pensoso allenatore del Milan. Sabato, dopo un primo tempo da incubo, infila il Genoa (non il Barcellona) inserendo proprio Paquetà e Leao, i due giocatori di maggior talento della compagnia. In pratica, per arrivare al sodo, ha smentito se stesso, affidandosi più alla qualità dei singoli che ai suoi criptici schemi.

Chissà. Potrebbe essere una svolta. Sempre che Giampaolo, nonostante il lieve progresso, conservi la panchina. Le pause di campionato infatti non fanno mai bene agli allenatori traballanti. C’è più tempo per guardarsi attorno. Già si parla di Pioli e di Spalletti, pronti a planare sul Milan al primo segnale Ma se si cambia il titolare della panchina, i giocatori restano. E, con tutto il rispetto, questi non sono proprio dei fenomeni.

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