• 9 Dicembre 2025 17:33

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Il San Raffaele nel caos. La mail del medico: “Gli infermieri sbagliano la terapia”

Dic 9, 2025

AGI – Infermieri che non sanno dove si trovino i farmaci, che commettono errori di somministrazione delle terapie, che sono del tutto disorientati perché non hanno le competenze necessarie a districarsi nei reparti più delicati dell’ospedale, carrelli coi farmaci ‘disastrati’ nei corridoi. È quanto emerge in una mail, visionata dall’AGI, scritta da un medico il 6 dicembre scorso a una collega con oggetto ‘Segnalazione criticità personale infermieristico notte 5-6 dicembre reparto Iceberg’.

“Come da oggetto e accordi intercorsi a seguito della telefonata di oggi, le invio l’elenco di alcune delle principali e più gravi criticità da me riscontrate nella notte tra il 5 e il 6 dicembre, nei reparti Admission room 3I, Medicina Generale intensiva e Medicina Generale. C.A. 3I in qualità di medico di guardia di turno”.

“Un infermiere del primo gruppo (letti 301.1-306) riferisce di non aver mai fatto affiancamento in reparto e di essere al suo primo turno presso l’Ospedale San Raffaele. Non sapeva dove fossero i farmaci, non risultava in grado di caricare gli esami ematici su SAP (piattaforma informatica), non in grado di gestire NIV (ventilazione meccanica non invasiva), né terapia insulinica in continuo. I carrelli infermieristici risultavano disordinati e non rinnovati”.

E ancora. “L’infermiera destinata ai letti di Admission Room non conosceva i nomi dei farmaci prescritti e non comprendeva bene l’italiano (Amiodarone 150mg, diventa Modarone 500mg). La medesima infermiera commetteva un grave errore di somministrazione di Amiodarone, somministrandolo a 200ml/h anziché a 20ml/h (1 ora anziché 12 ore) per un paziente di Admission Room. Le indicazioni di somministrazione erano correttamente riportate nel programma di prescrizione e anche su carta da parte del medico per agevolare l’infermiera, la quale, colta in flagranza, riferiva di aver gettato lo scritto. La stessa infermiera, attorno alle ore 5, si allontanava definitivamente dal reparto, rendendo necessario richiedere al personale infermieristico rimanente di coprire anche i letti non più presidiati”.

Problemi procedurali e di sicurezza nella somministrazione

L’elenco delle criticità prosegue: “Quasi tutte le terapie della notte risultavano scadute, rendendo impossibile capire se fossero state effettivamente somministrate o meno”. Si consigliava agli infermieri di riportare nel diario di cartella cartacea infermieristica, confermando le prescrizioni effettivamente somministrate”. Secondo questo resoconto, “la maggior parte degli infermieri non era ancora dotata di credenziali personali, per cui venivano usate da quasi tutti le credenziali di una collega, per vedere e somministrare la terapia”.

L’esposto sindacale 

“Riteniamo che la situazione non sia ancora sotto controllo e sia destinata a estendersi”. Questo è un passaggio dell’esposto inviato il 7 dicembre via PEC alla Polizia, firmato dal coordinamento della Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) dell’USB, per denunciare il grave pericolo in cui si trovano i pazienti dell’Ospedale San Raffaele dopo le dimissioni dell’amministratore unico Francesco Galli. La coordinatrice della RSU, Margherita Napoletano, ha segnalato il pericolo allegando le mail intercorse tra i medici e la Direzione sanitaria.

La criticità è destinata a estendersi, anche perché l’amministratore unico ha chiesto ai coordinatori di reclutare personale dipendente da altri reparti, già in sofferenza di organico. Il sindacato proponeva invece soluzioni economiche e organizzative per disincentivare le dimissioni (retribuzioni previste dal CCNL sanità pubblica, incentivi, organici adeguati, internalizzazione degli appalti). Questa gestione emergenziale sta facendo implodere l’ospedale, un tempo noto per l’eccellenza delle cure. Si chiede un immediato intervento delle autorità competenti.

In particolare, gli accertamenti in corso di ATS riguardano gli errori compiuti da infermieri di una cooperativa esterna, ai quali era stata affidata la gestione infermieristica della Medicina ad alta intensità, delle cure intensive e dell’Admission Room, nonostante fossero privi delle competenze necessarie. L’assessore Guido Bertolaso ha espresso “massima attenzione e preoccupazione” sulla vicenda.

La crisi del sistema sanitario e l’uso delle cooperative

“Quanto accaduto al San Raffaele non ci meraviglia né ci sorprende”. Inizia così una nota del segretario generale della FP CGIL Milano, che sottolinea come le carenze di personale, il contratto nazionale scaduto da 7 anni e le continue esternalizzazioni dei servizi abbiano portato a uno stato di agitazione e a uno sciopero il 31 ottobre. Il problema, in Lombardia come a Milano, è che i problemi del settore si scaricano sui lavoratori, alimentando il disastro attraverso continue privatizzazioni.

Quando il pubblico e il privato non riescono a far fronte alle esigenze, si ricorre alle cooperative, che spesso garantiscono una copertura più formale che di servizio: professionisti non formati, pagati poco e male, buttati in prima linea. L’episodio della notte tra il 6 e il 7 dicembre è emblematico: il personale strutturato se ne va, arrivano le cooperative e non sono in grado di dare un servizio adeguato. La CGIL ribadisce che affidare al mondo delle cooperative la tenuta del sistema e sottopagare i professionisti della salute equivale a distruggere il sistema sanitario nazionale.

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