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Il robot arriva a Milano e scherza da “imbruttito”: “Tutta questa gente mi fa impazzire i circuiti”

Nov 4, 2017

“Ueh roccia! Aperitivo? Io prendo un mojito. Taac”, poche ore a Milano e anche uno spagnolo diventa “imbruttito”, come scappa detto a più di un curioso. Anzi, un imbruttito 2.0. Sì perché Reem non è un turista qualsiasi, ma un robot arrivato da Barcellona che si aggira per le strade di Milano scherzando con i passanti e propondendo “sprizzini” o cene in pizzeria. Reem infatti ha un debole per la margherita. I bambini lo adorano: gli girano intorno, si fanno abbracciare, ballano con lui la dab dance (la danza che si fa distendendo un braccio, piegando l’altro e abbassando la testa, resa famosa in Italia dai calciatori Paul Pogba e Paulo Dybala).

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Anche i genitori si divertono, fino a quando non si tratta di separare i piccoli dal nuovo amico umanoide. Impresa quasi impossibile.Tra pianti e proteste c’è chi propone l’adozione: “Possiamo portarlo via?”, chiede un bambino alla mamma. E anche Reem ci mette del suo: “Come sei carina con quel vestito. Mi sono innamorato”. La signora si è quasi convinta: “Se fai spese e pulizie puoi venire anche subito”. Per ora no, magari il prossimo modello. Il bambino si arrende, risale sulla sua bici e si avvia con la mamma. Nel frattempo si è radunato un bel gruppo di curiosi, partono i selfie: “Tutta questa gente mi fa impazzire i circuiti”, scherza.

C’è anche chi è più diffidente: “Andiamo via, mi fa paura. Se poi va fuori controllo?”, dice una ragazza al fidanzato. E in effetti il suo metro e settanta di altezza, gli occhi grandi e scuri e la facilità con cui si muove sulle ruote possono spaventare, ma basta un “sbocciamo” per farsi conquistare: “Ma senti come lo dice bene! Adoro”. E ora tocca al fidanzato portare via la ragazza. “Abbiamo deciso di fargli dire delle frasi in milanese in modo che potesse attrare più facilmente l’attenzione dei passanti e farli divertire”, spiega Mattia Ricci di Jungle, azienda pubblicitaria che, insieme ad Altroconsumo ha organizzato la trasferta di Reem, dalla casa di produzione spagnola Pal Robotics a Milano, per promuovere il Festivalfuturo, evento promosso da Altroconsumo e dedicato alle nuove tecnologie, in programma nel weekend al padiglione Unicredit.

I volontari di Altroconsumo seguono Reem nella sua passeggiata tra piazza Gae Aulenti e Corso Como e distribuiscono cartoline in cui è segnato un codice di quattro cifre, da digitare sul display che il robot ha sulla ‘pancia’. Lui identifica chi ha davanti e inizia la conversazione: “Ciao, io sono Reem”. Nel computer dell’androide è stato inserito un repertorio di frasi, ma è possibile arricchirlo in qualsiasi momento. Reem, infatti, è sempre seguito a distanda da un tecnico della sua azienda di produzione che lo controlla attraverso un programma installato sullo smartphone. “Posso fargli dire quello che voglio in qualsiasi momento” spiega. Federica, una ragazza dello staff di Altroconsumo si avvicina a lui: “Puoi fargli dire ‘Ti adoro Ginevra’?”, gli chiede in inglese. Pochi ‘tap’ sul cellulare e la frase è pronta. Per la gioia della piccola Ginevra.

La presenza del tecnico, poi, serve anche a garantire la sicurezza, soprattutto quando ci sono i bambini: Sto attento che il robot non si avvicini troppo, ma è più per precauzione. Reem è sicuro, potrei andare a prendermi un caffè

e lasciarlo qui e non succederebbe nulla”. Meglio comunque restare a controllare, anche se il robot spagnolo è abituato a svolgere compiti ben più delicati di interarige con i più piccoli: a Dubai la polizia lo utilizza per operazioni di controllo e security. Reem infatti è in grado anche di riconoscere i ricercati e segnalarli. In America, invece, è incaricato della sorveglianza nei supermercati. Insomma, ci si può fidare.

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