I progressi sono stati fatti, e anche molti, e si riconosce un sostanziale passo avanti nella lotta al riciclaggio da parte delle istituzioni finanziarie del Vaticano che dal 2010 hanno avviato un processo di riforma, accelerato sotto il pontificato di Francesco, ma qualche ombra resta. Infatti dal rapporto di Moneyval (Consiglio d’Europa) pubblicato oggi, emerge infatti che sinora non stato condotto alcun processo contro questo crimine, elemento essenziale per provare l’efficacia dell’intero sistema.
Si tratta quindi di un rapporto che certifica il lavoro in corso, senza per questo tralasciare i punti ancora giudicati deboli. Nel comunicato emesso oggi dal Consiglio d’Europa successivo a quello della Santa Sede si sottolinea che notevoli quantit di denaro continuavano a essere congelate (allo Ior e forse anche all’Apsa, il dicastero del patrimonio, ndr), nessun caso criminale aveva ancora prodotto un ordine di confisca. Moneyval ha raccomandato alla Santa Sede di assicurare che gli aspetti del riciclaggio di denaro di tutte le indagini in sospeso nei casi di criminalit finanziaria siano perseguiti in modo proattivo. A questo proposito, il Comitato ha rilevato che l’efficacia complessiva dell’impegno della Santa Sede nella lotta al riciclaggio di denaro dipende dai risultati ottenuti dall’azione penale e dai tribunali.
Ci vorr quindi un nuovo esame: la Santa Sede dovrebbe presentare un aggiornamento sulle azioni intraprese per attuare le raccomandazioni della commissione entro dicembre 2019.
Il rapporto arriva all’indomani del licenziamento dell’alto dirigente dello Ior Giulio Mattietti avvenuto mentre il Papa era in viaggio in Myanmar, decisione drastica (certamente a conoscenza del Papa, anche se tecnicamente operata dal vertice dell’Istituto) che segnala come dei problemi esistano ancora dentro le finanze vaticane, che hanno affrontato negli ultimi anni continue tempeste, dall’inchiesta del 2010 per riciclaggio per avvi il processo di riforma, passato dentro le lotte dentro la Curia che si intrecciarono con i vari Vatileaks.
Insomma, dall’autorit Moneyval arriva dritto alla Curia uno sprone ad andare fino in fondo sui dossier che restano evidentemente ancora aperti, facendo esplicito riferimento a fondi ancora congelati: non lo sono pi quelli del 2010 e anche altre somme sono state liberate dopo l’accordo stretto con l’Italia nel luglio 2016, che di fatto chiudeva il lungo contenzioso con la Banca d’Italia.
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