Mai come questo pomeriggio il Pride organizzato a Roma dal circolo Mario Mieli assumerà una forte connotazione politica. Il ddl Zan, le ingerenze vaticane, la lettera di 17 paesi membri all’Ungheria di Viktor Orban che ha approvato una legge per vietare la rappresentazione dell’omosessualità ai più giovani, rendono le battaglie della comunità Lbtq quanto mai attuali. C’è tanta carne al fuoco. E a Roma dove sotto il sole cocente sfileranno, secondo le stime almeno 4mila persone, tra qualche mese si vota. E a sinistra ci sono ben tre candidati. Non si può certo mancare. E infatti Roberto Gualtieri e Carlo Calenda non mancheranno. A costo di rinunciare a un fine settimana di meritata pace sfileranno per le vie del centro. Calenda ha deciso di approfittarne. Prima di partecipare alla manifestazione – che si svolgerà dalle 16.30 alle 17.30 in piazza Vittorio per poi proseguire fino alle 20.30 in piazza della Repubblica -, questa mattina inaugurerà il suo comitato elettorale ad Ostia. Almeno per lui, un po’ di mare.
Su quello che farà Virginia Raggi, invece, rimane un mistero. Nell’agenda istituzionale della sindaca l’appuntamento non è previsto. L’intero ufficio stampa della prima cittadina ripetutamente interpellato sulla questione non risponde né con un sì né con un no. Il tema è delicato. Ieri agli organizzatori hanno annunciato che lo slogan della manifestazione sarà “Per uno Stato laico aboliamo il Concordato”. Un attacco diretto al Vaticano. Virginia Raggi vanta ottimi rapporti con Papa Francesco che ha ospitato anche in visita ufficiale in Campidoglio, cambiando il nome di una delle sale di palazzo Senatorio, l’ex piccola Protomoteca, oggi intitolata all’enciclica del pontefice Laudato Sì.
Quello che certamente non parteciperà è Enrico Michetti. Il candidato del centrodestra proprio per evitare polemiche, vista la delicatezza dei temi ha deciso di non partecipare e non commentare. Lo stesso farà Matone, candidata con lui all’inesistente carica di prosindaca. Loro si, potranno andare al mare.