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Pallavolo – Sirci: «Con il Perugia a pesca di gloria»

Feb 9, 2017

di Leandro De Sanctis

giovedì 9 febbraio 2017 20:39

Gino Sirci, presidente della Sir Safety Perugia è abituato alla politica dei piccoli passi progressivi per inseguire i suoi obiettivi, nel mondo del lavoro come nello sport.

La sua ditta è nata nel 1979 ed è diventata leader nel settore dell’anti infortunistica e della sicurezza sul lavoro. Sir, protegge chi lavora è lo slogan coniato con orgoglio.

«I nostri prodotti sono nobili, perché servono a salvare dagli infortuni e a volte anche la vita delle persone che lavorano e rischiano di farsi male. Siamo anche in Cina, in Romania, abbiamo clienti in Europa e nel mondo»

Il suo Perugia ha viaggiato un po’ a corrente alternata.

«E’ ora che cerchiamo di essere tutti più costanti e dobbiamo cercare di arrivare al secondo posto.La squadra deve dimostrare qualcosa di più contro le grandi, ma tutto l’ambiente deve restare calmo. La sconfitta contro la Lube penso sia stata anche una conseguenza dell’exploit in Russia, la nostra vittoria a Belgorod ci ha sottratto qualcosa la domenica. Un po’ di stanchezza, la gioia negli occhi, il buonumore, forse abbiamo giocato più rilassati. Non abbiamo avuto la cattiveria la voglia di rifarsi con cui abbiamo battuto Trento dopo la sconfitta in Coppa Italia con Piacenza. Zaytsev non si è ancora espresso al meglio? Ma Ivan va solo incoraggiato»

Quanto è cambiato rispetto a quando iniziò la sua avventura nel volley?

«Non sono cambiato per niente. Il mio entusiasmo quando facciamo punti difficili, non sono abituato a prendermela con gli arbitri. La pallavolo è così: rispetto gli arbitri e gli avversari, sono amico anche dei tifosi rivali di Trento, Civitanova, Molfetta…»

Cosa rappresenta per lei il volley?

«E’ un gioco. Ed io sono come un bambino che si diverte con un bel gioco. Mi distoglie dagli impegni di lavoro, è un hobby che costa ma mi diverto. Mi piace essere sorridente e gentile con tutti. Spero non ci sia nulla che mi faccia cambiare idea. Sono ancora in cerca di gloria e di vittorie. Per ora non sono arrivate ma le inseguiamo con pazienza»

In effetti tutte le grandi società spesso hanno dovuto attendere prima di festeggiare, dalla Sisley alla Lube, a Trento.

«E’ il mio modo di vivere, bisogna provare, essere pazienti»

Il suo abbigliamento fuori dagli schemi attirò l’attenzione al suo apparire sulla ribalta del massimo campionato.

«Adesso sono in giacca e cravatta, vestito classico. Il sabato e la domenica mi piace dare un tocco di libertà anche al modo di vestire. Devo ammettere che ho in mente un’icona in questo campo. Ai tempi in cui guardavo il calcio seguivo i comportamenti di Gianni Agnelli (l’ex presidente della Juventus, ndr). Andava allo stadio in jeans, stivali alti di pelle. Purtroppo non sono Gianni Agnelli ma io sono spontaneo, quello che ho dentro lo tiro fuori e come sono fuori sono dentro»

Lei spinge molto il tasto del divertimento.

«No sono entrato nel volley per fare soldi o diventare famoso. Voglio solo divertirmi e mi piace prendere ciò che viene con grande fair play, senza offese. Da ragazzo tifavo per il Milan, ora solo per la Nazionale, non si possono seguire bene più cose e la pallavolo mi assorbe, bisogna lavorare sodo».

Nel suo Perugia c’è Lorenzo Bernardi giocatore del secolo scorso e Ivan Zaytsev, grande personaggio degli anni 2000…

«Bernardi lo conoscevo come un fenomeno, Zaytsev spero che sia presto equiparabile…Ivan è un grandissimo professionista, si allena molto, si impegna in allenamento, è un giocatore persona che ascolta gli allenatori»

Atanasijevic lo avete lanciato voi in Italia

«Si era fatto notare in Polonia, Perugia ha creduto in lui e gli ha dato spazio, fa parte della bostra storia. E’ personaggio travolgente a livello di simpatia e voglia di fare. Sono convinto che sia stato un ottimo investimento»

A proposito di investimenti, la Fipav l’ha aiutata ad ottenere l’organizzazione della final four di Champions League a Roma, il 29 e 30 aprile, al PalaLottomatica dell’Eur. A breve si voterà per eleggere la federazione del prossimo quadriennio, si sceglierà tra Magri e Cattaneo.

«Prima ero poco dentro le vicende federali, poi cominciando a frequentare Carlo Magri, mi sono reso conto che dà tanto alla pallavolo, lavora molto, i risultati li porta a casa. Lui sta tutto il giorno a pensare al volley, parla con i giocatori,gli allenatori. E’ un grande personaggio. Recentemente ero a Belgrado con il presidente della Cev, Boricic, e mi diceva appunto di quanto sia stimato e considerato Magri. Io dico che prima di metterlo in pensione, aspettiamo ancora un po’ e sfruttiamolo per bene. Finora ha fatto bene»

La Champions torna a Roma undici anni dopo la vittoria della Sisley. Lei se la ricorda quella finale?

«Nel 2006 eravamo in B1, un’altra pallavolo, eravamo impegnati, non andai a Roma. Ora sogno che Perugia possa essere come la Sisley e quasi non ci credo, alla quinta stagione di vertice. Abbiamo giocato due finali scudetto, siamo arrivati al top ma ci manca quel quid in più, prima o poi ce la faremo a vincere…»

La pallavolo è diventata la sua seconda famiglia, in tutti i sensi.

«Beh, si. Ho due figli, Flavio ha 30 anni e gioca anche a pallavolo; sia lui che Leonardo, che ha 28 anni, lavorano in azienda. Ora sono separato, ho una compagna e un ottimo rapporto con tutti i figli»

Volley a parte, cosa la appassiona?

«Mi piacciono molto i film di fantascienza e di azione, i film storici. Leggo libri di storia e amo ascoltare la musica: etnica, reggae, afro, brasiliana»

Come finì a pescare dorados in Amazzonia?

«Una volta lessi che Maradona tardava il ritorno a Napoli perché si era trattenuto a pescare dorados sui grandi fiumi amazzonici. Così, da pescatore, fui incuriosito e volli andare anche io sul Rio delle Amazzoni, nel Mato Grosso»

Quale deve essere la qualità più importante in un presidente di club?

«Sapersi circondare di gente del mestiere, i successi, le mosse indovinate devono venire di conseguenza»

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