venerdì 21 ottobre 2016 20:45
ROMA –«Il mio slogan è ‘bisogna restituire il calcio alla Fifa e la Fifa al calcio’. Ho avuto l’impressione che in questi ultimi tempi quando si parlava di Fifa si parlasse di tutto fuorché di calcio, e di cose non molto belle. Ora ci sono più persone normali che amano il calcio, noi siamo persone normali, siamo tifosi». Lo ha detto il presidente della Fifa, Gianni Infantino, in un’intervista a Donatella Scarnati per Rai Sport, in onda domani a Dribbling su Raidue alle 13,30 e di cui è stata diffusa un’anticipazione.
STADI – Il n.1 del calcio mondiale ha anche parlato dell’Italia, cominciando dalla situazione degli stadi. «Non è possibile che un Paese che ama così il calcio non sia in grado di avere almeno in serie A degli stadi a norma – ha sottolineato -. Quando si avranno gli stadi cambierà tutto e anche il problema della violenza calerà. È importante avere una politica di tolleranza zero. Escludendo certe persone si potranno finalmente aprire gli stadi alle famiglie».
TOTTI –Infantino ha anche detto che «sarebbe una gran bella cosa» se gli arbitri in futuro parlassero dopo una partita, come sembra avverrà in Italia: «Dobbiamo lavorare tutti per rendere gli arbitri più umani. Dobbiamo essere trasparenti» e che, quando smetterà di giocare, Francesco Totti potrebbe essere coinvolto nel lavoro della Fifa come sta avvenendo con campioni del passato come Boban e Van Basten. «Sarebbe un onore avere con noi un giocatore come lui. Totti è un mito», ha detto Infantino.