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Il potenziale ancora inespresso del turismo del lusso in Europa

Mag 18, 2022

AGI – Il turismo di lusso sta ripartendo dopo il crollo dovuto al Covid e “ha un potenziale di crescita da 170 a 520 miliardi di euro da qui al 2030-2035”.

È il messaggio ottimista lanciato durante la presentazione dello studio Eccia- High-End Tourism, l’associazione di cui fanno parte sei associazioni europee e oltre 600 marchi di prima fila nel settore che si fa portavoce con le istituzioni europee delle peculiarità ed esigenze di questa nicchia.

Il report è stato illustrato nella sede di via Montenapoleone dell’ italiana Altagamma e in contemporanea nei rispettivi Paesi dalle ‘gemelle’ europee: Circulo Fortuny (Spagna), Comité Colbert (Francia), Gustaf III Kommitté (Svezia), Meisterkreis (Germania) e Walpole (UK).

“L’Europa è la prima destinazione turistica al mondo e il turismo è un comparto strategico per l’economia europea ma esiste un grande potenziale ancora inespresso nel segmento di alta gamma: pur rappresentando solo il 2% del totale, la fascia alta vale circa 130-170 miliardi e genera il 22 per cento della spesa turistica complessiva, grazie al forte effetto moltiplicatore” spiega l’imprenditore attivo nel settore vinicolo, Matteo Lunelli, presidente sia di Altagamma che, da poco, di Eccia.

Questo tipo di viaggiatore “spende 8 volte più della media e produce notevoli impatti indiretti sul territorio. Un piano per lo sviluppo di questo tipo di turismo in Europa potrebbe portare a una crescita di valore del settore fino a 520 miliardi. Lo studio Eccia fotografa questi dati e indica alcune possibili leve di sviluppo”.

Lunelli ha detto di avere fatto presente al governo italiano che “conviene puntare a un riposizionamento verso l’alto del turismo perché ha un maggiore effetto moltiplicatore sulla crescita dell’economia”. 

Nella graduatoria dei Paesi più visitati in Europa da questi turisti con notevoli disponibilità economiche, che possono essere fatti coincidere con chi può pemettersi di alloggiare in 5 stelle, l’Italia, sostiene Lunelli, è al di sotto delle sue potenzialità: “Potrebbe fare molto di più in termini percentuali considerando che il Portogallo, Paese con tante attrattive ma non paragonabili alle nostre, ha il sei – sette per cento di alberghi a 5 stelle ed è molto più attivo nell’attrarre turisti di alta gamma”.

E aggiunge che la stessa Grecia con le sue isole, Mykonos in particolare, seduce molto di più questi viaggiatori rispetto alle isole italiane.

Per far sì che la crescita di qui al 2030 – 2035 sia più sostenuta occorre, secondo Eccia, “investire sul turismo sostenibile e naturalistico, investire sulle infrastrutture legale alla mobilità, facilitare i visti e creare e promuovere un sistema della formazione dell’ospitalità e del turismo, focalizzato sull’alta gamma.

Tra i lasciti del Covid, “c’è il tema della wellness che può giocare un ruolo da protagonista per il turismo di alta gamma”.

Stefania Lazzaroni, general manager della Fondazione Altagamma, ha fatto presente che, per le prospettive future, va considerata anche “la guerra in corso che crea ulteriori complicazioni e può rallentare la ripresa”.

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