martedì 8 novembre 2016 12:38
INTERLAGOS – La Formula 1 si sposta in Brasile per il penultimo atto del Mondiale. Sede di trentatrè edizioni del Gran Premio – altre dieci sono state disputate sul Circuito di Jacarepaguá, a sud-ovest di Rio de Janeiro – l’insolito tracciato realizzato tra i due laghi artificiali Guarapiranga e Billings mescola parti guidate a tratti ad elevata velocità. Qui, oltre alle insidie nascoste in alcune delle sue quindici curve, a contare sono anche gli 800 metri di altitudine ed il senso di percorrenza, antiorario come sui circuiti di Austin, Singapore e Abu Dhabi.
CIRCUITO INSOLITO «È un bel posto per correre», dice Kimi Raikkonen, alla vigilia della sua tredicesima volta ad Interlagos, la pista dove è diventato campione del mondo con la Ferrari nel 2007. «È un circuito diverso dal solito, una pista vecchia scuola – continua il finlandese sul sito ufficiale della Scuderia – Un giro dura poco e non ci sono molte curve ma è difficile fare un buon crono e i tempi sono sempre ravvicinati: perdere un decimo qui equivale a molte posizioni in griglia. Non esistono molti circuiti che vanno in senso antiorario, per cui è sempre qualcosa di nuovo. Spesso la pista viene riasfaltata e mentre all’inizio va tutto bene, poi anno dopo anno torna ad essere sconnessa e sempre più impegnativa. Ora hanno cambiato un po’ i cordoli e quindi anche il “ritmo” del giro. Alla fine il tracciato in sé non è troppo complicato, ma si fa sempre fatica a trovare il 100% della prestazione».