• 17 Maggio 2024 11:41

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Il Pil nel primo trimestre è andato meglio del previsto

Giu 1, 2021

AGI – Nel primo trimestre il Pil è andato meglio del previsto: a certificarlo è l’Istat che ha rivisto al rialzo le precedenti stime. In dettaglio, il prodotto italiano è aumentato dello 0,1% a livello congiunturale, vale a dire rispetto al precedente trimestre) ed è diminuito dello 0,8% a livello tendenziale, vale a dire nei confronti del primo trimestre dello scorso anno.
Oltre a essere più favorevoli delle precedenti stime, i dati diffusi dall’Istat mostrano un deciso miglioramento rispetto all’ultimo trimestre del 2020, quando si registrò un calo congiunturale dello 0,8% e tendenziale del 6,5%.

Al termine del primo trimestre – che ha avuto due giornate lavorative in meno di quello precedente e una in meno rispetto ai primi tre mesi del 2020 – la variazione acquisita per il 2021 è pari a +2,6%. 

Il moderato recupero dell’attività produttiva, spiega l’Istituto di statistica, è sintesi di un aumento del valore aggiunto dell’agricoltura e dell’industria e di una contrazione del terziario che in alcuni comparti ha risentito ancora degli effetti delle misure di contrasto dell’emergenza sanitaria. 

Il quadro della domanda è caratterizzato da una spinta della componente interna, alimentata dal recupero degli investimenti e dal nuovo contributo positivo delle scorte, mentre un contributo negativo è venuto dall’estero per la crescita delle importazioni a fronte di una sostanziale stazionarietà delle esportazioni. Le ore lavorate sono diminuite dello 0,2% in termini congiunturali, mentre i redditi pro capite sono aumentati dell’1,5%.

Nel dettaglio, rispetto al trimestre precedente, i consumi finali nazionali hanno registrato una diminuzione dell’1%, mentre gli investimenti fissi lordi sono cresciuti del 3,7%. Le importazioni sono aumentate del 2,3% e le esportazioni sono scese dello 0,1%.    

La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,1 punti percentuali alla crescita del Pil: -0,7 i consumi delle famiglie e delle Istituzioni sociali private, -0,1 la spesa delle amministrazioni pubbliche, +0,7 gli investimenti. La variazione delle scorte ha contributo positivamente per 0,8 punti percentuali, mentre il contributo della domanda estera netta è stato negativo per 0,6 punti percentuali.    

L’aumento degli investimenti ha riguardato tutte le componenti: la spesa per impianti, macchinari e armamenti è cresciuta del 3,5% (di cui la componente di mezzi di trasporto del 4,4%), quella delle abitazioni e dei fabbricati non residenziali e altre opere, rispettivamente, del 4,8% e del 5,2% e la componente dei prodotti di proprietà intellettuale dello 0,4%.

Gli investimenti in risorse biologiche coltivate sono risultati stazionari.

La spesa delle famiglie ha registrato una diminuzione in termini congiunturali dell’1,8%. In particolare, gli acquisti di beni durevoli sono diminuiti dello 0,9%, quelli di servizi del 4,2%, quelli dei beni semidurevoli del 3,6%, mentre quelli di beni non durevoli sono cresciuti dell’1,9%.    

Si registrano crescite congiunturali del valore aggiunto di agricoltura e industria pari, rispettivamente, al 3,9% e all’1,8%, mentre i servizi registrano un calo dello 0,4%. i servizi di informazione e comunicazioni, le attività finanziarie e assicurative e quelle professionali sono cresciuti rispettivamente dello 0,1%, 0,2% e del 4,3%, mentre il valore aggiunto è diminuito del 2,3% nel comparto che raggruppa commercio, trasporto, alloggio e ristorazione, dell’1% nelle attività immobiliari, dello 0,4%  nell’amministrazione pubblica, difesa, istruzione e sanità e dell’1,7% nel raggruppamento delle attività artistiche, di intrattenimento e degli altri servizi.     

L’Istat ricorda che nel primo trimestre del 2021, il Pil è aumentato in termini congiunturali dell’1,6% negli Stati Uniti ed è diminuito dello 0,1% in Francia e dell’1,8% in Germania. In termini tendenziali, si è registrata una crescita dello 0,4% negli Stati Uniti e dell’1,2% in Francia e una diminuzione del 3,1% in Germania.

Nel complesso, il Pil dei paesi dell’area Euro è diminuito dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e dell’1,8% nel confronto con il primo trimestre del 2020.

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